Che cos’è Xiaomi

[highlight]Alla scoperta dell’azienda cinese produttrice di smartphone di alta gamma a prezzi low cost, pronta a conquistare gli Usa[/highlight]

Il mercato degli smartphone e degli accessori tecnologici non conosce rallentamenti, le novità si susseguono sempre più agguerrite con i maggiori marchi alla conquista dei maggiori mercati emergenti in cui è vitale non entrare in ritardo.

Attualmente Samsung e Apple dominano le quote di mercato con strategie differenti mentre Microsoft paga ancora il ritardo  e cerca con non poche difficoltà di conquistare un suo posto al sole con la recente presentazione di Windows 10 mobile.

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Dalla Cina con furore

La strategia comune è quella di promuovere nei maggiori mercati prodotti di alta gamma, mentre in quelli emergenti prodotti più low cost. Alcuni produttori emergenti  invece stanno cercando di compiere il percorso inverso: si cerca di invadere i mercati più importanti con prodotti dal basso costo ma dalle caratteristiche comunque assimilabili a quelli top gamma.

Tra questi, la cinese Xiaomi è quella dalla strategia più aggressiva e dai maggiori margini di crescita. La compagnia cinese attualmente sta dimostrando grandi capacità di abbinare nella produzione di smartphone ottima qualità e prezzi ultra-competitivi.

Apple d’oriente

Dimenticate il classico Made in China fatto di “cinesate”, brutte copie degli smartphone più diffusi, senza alcun pregio se non il prezzo contenuto che è indice della stessa infima qualità.

Xiaomi porta i prodotti cinesi a un altro livello di qualità.

L’azienda cinese è stata fondata nel 2010 da Lei Jun, un rampante quarantenne più volte paragonato a Steve Jobs, a cui ha detto di essersi ispirato.

[quote]Sono stato fortemente influenzato da un libro su di lui (una biografia di Jobs) e ho voluto creare un’azienda di prima classe. Se Jobs fosse vissuto in Cina non avrebbe avuto successo, era un perfezionista scrupoloso, ma la cultura cinese è quella che apprezza il giusto mezzo. [/quote]

Il paragone con l’azienda del compianto Jobs non è casuale, i cinesi sembrano proprio ispirarsi alla mela di Cupertino, sia nel design che nel cercare la massima qualità dei componenti e per alcuni l’ispirazione è anche eccessiva viste le accuse di Apple di copiare i propri modelli.

Una delle differenze maggiori con i produttori di iPhone sta nella politica aggressiva di prezzi che propone offerte a costo molto basso per alti livelli di hardware.

Il passo successivo è stato l’arrivo come vicepresidente di Hugo Barra, ex di Google,  rivelatosi molto importante per la crescita dell’azienda di Jun sia nelle politiche di espansione che di sponsor.

Barra è rimasto intrigato dal progetto di espansione dell’azienda cinese (oltre che dal sicuramente ricco assegno mensile) e ha annunciato l’ingresso nei mercati occidentali.

Strategia differente

L’azienda cinese ha avuto una grande crescita sin dal 2011 quando fu lanciato il primo smartphone, lo Xiaomi M1, che ottenne un rapido exploit poi replicato dai successori.

In pochi anni ha scalato il mercato degli smartphone piazzandosi tra i primi cinque produttori mondiali e superando nel 2014 anche Samsung, il tutto limitato alla sola commercializzazione in Cina, attraverso lotti piccoli e venduti online.

La strategia di assemblare hardware di ottimo livello in un design piacevole e con prezzi bassi è inusuale per i soliti prodotti cinesi ma sta risultando vincente e in grado di distinguere il marchio.

Un esempio  dei prodotti Xiaomi e il modello Mi4, molto apprezzato in tutte le recensioni degli esperti di settore e con caratteristiche paragonabili ai top gamma di altre marche. Infatti, il gioellino made in China monta un processore Snapdragon 801 2.5 ghz, 3gb di ram  e 16gb di memoria Flash, un display da 5″ ips full hd con Gorilla Glass, una fotocamera principale da 13mpx e quella frontale da 8mpx, una batteria da 3080 mahe un prezzo di vendita di 379 euro.

Ultimo nato della casa cinese è invece il Mi note da 5.7″ con 4 gb di ram venduto a 315 euro. Oltre agli smartphone l’azienda cinese produce anche tablet,  smart tv e gli smartband digitali indossabili.

MIUI

La rom prodotta da Xiaomi, arrivata alla versione 6, è una versione modificata e corretta di Android. L’azienda cinese ha mostrato i dati di diffusione del proprio sistema che ha ormai raggiunto i 100 milioni di utenti con  una crescita del 135% e 61 milioni di dispositivi venduti.

La particolarità di Miui oltre l’elevata personalizzazione del produttore è la possibilità da parte degli utenti, i “fan di Mi”, di suggerire e proporre modifiche e miglioramenti della rom. Inoltre Xiaomi produce aggiornamenti a livello settimanale  coinvolgendo anche gli utenti in eventi del venerdì molto attesi.

L’obiettivo di Jun e Barra è quello di porsi come prima alternativa Android, superando il dominio Samsung. Attualmente in Cina, 5 degli 8 smartphone Android più venduti  montano la rom Miui e forse proprio a causa dell’ascesa di questo concorrente agguerrito nell’ecosistema Android, che Samsung ha predisposto la via d’uscita da Mountain view con Tizen.

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Alla conquista degli Usa

In un evento a San Francisco, Hugo Barra ha annunciato di voler aprire la commercializzazione dei prodotti Xiaomi anche in Usa, inizialmente per vendere accessori come auricolari e bracciali per il fitness.

Infatti, entro la fine dell’anno è in progetto l’apertura del negozio online in Usa che quindi non venderà smartphone. La problematica sulla vendita di prodotti direttamente in Usa (ma anche in Europa) è dovuta al bisogno di ottenere determinate certificazioni di software e componenti che li renderebbero legalmente commerciabili e per cui il produttore cinese non è ancora pronto.

Questo timido approccio in Occidente, secondo diversi analisti, nasconderebbe comunque una più solida strategia di preparazione alla conquista dei mercati occidentali.

Inizialmente il piano di Xiaomi sembra essere quello di sondare il mercato e puntare a far conoscere il marchio, mostrare i prodotti e la loro politica di vendita.

Il salto di qualità potrebbe poi concretizzarsi con la vendita in Usa degli smartphone affermando  l’azienda cinese come serio potenziale concorrente del duopolio Apple-Samsung a livello mondiale.

La strategia sembra promettere ottimi risultati ma bisognerà poi verificarla in mercati difficili come quello statunitense in cui il consumatore è portato ad acquistare lo smartphone attraverso i contratti e su cui la strategia aggressiva di prezzi potrebbe essere meno efficace.

Inoltre Xiaomi dovrà affrontare una certa diffidenza da parte dei concorrenti e da parte dei consumatori e legislazioni più stringenti che potrebbero essere un serio ostacolo alla politica dei prezzi vista la lontananza dalle protezioni di mamma Cina.

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