[highlight]Belinelli vince la gara da tre punti, alla Eastern Conference la partita delle stelle. MVP è Kyrie Irving [/highlight]
Ieri notte si è chiuso l’All Star Game di metà stagione della NBA che avevamo già presentato qui. Erano tante le aspettative per questa tre giorni che dopo sei anni ritornava a New Orleans e che vedeva impegnato anche il nostro Marco Belinelli.
Rising stars challenge
Si è iniziato il venerdì con la partita del Rising stars challenge tra rookie e sophomores, mischiati in due squadre capitanate una da Cris Webber e l’altra da Grant Hill. La partita, che si sapeva sarebbe stato il punto debole di questa tre giorni, si è caratterizzata per essere molto gradevole con due squadre ben assortite e grandi giocate dall’una e dall’altra parte. E con Damian Lillard di Portland e Anthony Davis, giovane stella locale dei New Orleans Pelicans, a compiere giocate spettacolari; Anthony Drummond dei Detroit Pistons a dominare sotto canestro, con il record di rimbalzi in questa esibizione, e Tim Hardaway jr dei New York Knicks e Dion Waiters dei Cleveland Cavaliers a sfidarsi uno contro uno a colpi di tripla. La partita ha regalato anche tratti di vera difesa (cosa rara in questa tre giorni) e ha visto primeggiare il Team Hill con 142 punti contro i 136 del Team Webber.
http://youtu.be/_EBJPWR_D1g
Belinelli re dei tiratori
Il sabato è stato invece il giorno di Marco Belinelli nel Three Point contest, caratterizzato da una nuova formula con i tiratori divisi per Conference. Marco ha sfoderato una prestazione memorabile, prima raggiungendo la finale con 19 punti, sufficienti per battere grandi tiratori come Stephen Curry, Kevin Love e Damian Lillard, e poi battendo Bradley Beal dei Washington Wizards.
Il finale è stato da cardiopalma: dopo l’iniziale parità a 19 punti, è stato necessario un secondo turno extra-time, nel quale il ragazzo di San Giovanni in Persiceto ha fatto registrare una manche record con 24 punti, che gli hanno assicurato lo storico successo, primo italiano a vincere questa gara.
Alla consegna del premio, Marco ha dichiarato:
[quote]Pensavo di aver vinto, avevo già alzato le braccia. Ero felice e poi arrabbiato. Ma mi sono ripreso. Sono molto soddisfatto soprattutto per come ho gestito la tensione. Quattro errori iniziali e un air ball non sono il modo migliore per cominciare. Poi mi sono calmato e ho trovato concentrazione e fiducia. Soprattutto nell’ultimo round, quello dello spareggio, sono stato capace di rilassarmi. Sì, è la dimostrazione che sotto pressione faccio buone cose. Volevo questo trofeo, ero venuto qui per vincere. Per tutta la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto e per i mie compagni. Mi conoscete, questo è un momento bellissimo, ma i miei obiettivi sono altri: voglio vincere l’anello Nba. A livello personale questo successo vuol dire tantissimo, mette il mio nome in bella evidenza. Lo conoscevano già, ma ora sicuramente verrà pronunciato con più frequenza. Però, è troppo presto per capire che cosa significhi davvero, dovrò pensarci su e metabolizzare. Sono nell’albo d’oro insieme a uno come Larry Bird.[/quote]
http://youtu.be/z8v55rRdto0
Slam dunk contest
Dopo la festa tutta italiana il sabato è proseguito con la gara delle schiacciate, lo Slam dunk contest, da sempre lo show più spettacolare. Quest’anno la formula alquanto dispersiva ha un po’ deluso e non è bastata la creatività dei contendenti che hanno comunque cercato di dare spettacolo. Infatti, lo show non si è fatto attendere, con Terrence Ross dei Toronto Raptors, campione in carica, che ha eseguito una schiacciata usando il cantante canadese Drake come assist man. Ben McLemore dei Sacramento Kings si è invece presentato avvolto in un mantello regale accompagnato da Shaquille O’Neal e si è inventato la schiacciata “Shaqlemore” con tanto di maglietta, caratterizzata da una schiacciata in salto sul non piccolo Shaq seduto su un trono a un passo dal canestro.
A vincere la gara però è stato John Wall dei Washington Wizards con una schiacciata che ha sbalordito anche gli illustri giudici “Dr. J” Julius Erving , Magic Johnson e Dominique Wilkins: Wall infatti è stato capace di schiacciare a due mani di spalle afferrando la palla dalle mani della mascotte dei Wizards posta sotto canestro. La sua vittoria è stata sancita da un voto unanime.
http://youtu.be/EiXOF-B2tX8
All Star Sunday da record
La festa domenicale era invece quella più attesa, con la stellare sfida tra Western Conference e la Eastern Conference. Una sfida che ha visto battere tanti record e che ha visto vincere l’Est per 163 a 155, dopo tre sconfitte consecutive negli ultimi All star Game.
È stato uno show da record: maggior numero di punti combinati (318; record precedente 303 nel 1987); maggior numero di canestri dal campo (135; record precedente 128 nel 2007); maggior numero di triple segnate (30; record precedente 26 nel 2012 e 2013); maggior numero di triple tentate (100; record precedente 71 nel 2013); maggior numero di assist (88; record precedente 85 nel 1984); Blake Griffin: 19 canestri dal campo segnati (record precedente 17 di Wilt Chamberlain, Michael Jordan e Kevin Garnett); Carmelo Anthony: 8 triple segnate (record precedente 6 di Mark Price nel 1993 e LeBron James nel 2012). Il record di punti realizzati di Wilt Chamberlain (42 punti) è invece rimasto imbattuto, nonostante i 38 punti di Kevin Durant, sugli standard strepitosi dell’ultimo periodo, e quelli di Blake Griffin, capace di schiacciare a canestro tutto quello che gli veniva passato nei primi 8 minuti.
Stella della serata e MVP è stato Kyrie Irving, play dei Cleveland Cavaliers, che sfodera una prestazione da fenomeno con 31 punti (15 dei quali negli ultimi 12 minuti) e percentuali perfette da due (11/11 e 3/6 da tre), a cui aggiunge 14 assist e 5 rimbalzi. Il play nativo australiano guida la rimonta della East, che mostrano un Lebron James grande sotto al ferro ma impreciso dal tiro da 3 (0/7).
http://youtu.be/lBOS5AsNQbI
Durante l’intervallo, su invito di Magic Johnson tutte le stelle presenti hanno cantato gli auguri di buon compleanno al mitico Bill Russell, centro dei Celtics degli anni ’50 e ’60. La partita è proseguita poi in sfida punto a punto a suon di giocate spettacolari, con il decisivo allungo nel finale della costa Est che si è aggiudicata l’incontro.
Lo show
http://youtu.be/edEg_aJch28
Da segnalare lo show pre-gara guidato da Pharrell Williams, che ha accompagnato la presentazione delle squadre al suono dei suoi grandi successi “Get lucky” e “Lose yourself to dance”, di “Random access memories” dei Daft Punk e altri grandi tormentoni con il supporto di P.Diddy, Busta Rhymes, Nelly e Snoop Dog. Nell’intervallo invece lo spettacolo è proseguito con Trombone Shorty and Orleans Avenue, Gary Clark Jr e Janelle Monáe e Earth, Wind & Fire.
Ritorno in campo nella deadline
La stagione regolare ricomincerà il 18 febbraio con tante partite di cartello, tra cui spicca San Antonio Spurs – Los Angeles Clippers; intanto le attenzioni sono proiettate al 20 febbraio, con la scadenza della deadline per i trasferimenti. I nomi più caldi che rimbalzano nei rumor di mercato sono quelli di Pau Gasol dei Lakers, Evan Turner dei Philadelphia 76ers, Rajon Rondo dei Boston Celtics, Andre Miller dei Denver Nuggets e Metta World Peace.