[highlight]Cattive notizie per il pilota di formula 1, in coma dopo un incidente sugli sci. Ma la speranza è l’ultima a morire.[/highlight]
«Non avremo più buone notizie sulla salute di Michael Schumacher», con queste parole Gary Hartstein, anestesista americano ed ex delegato medico della Formula 1, spegne le speranze di chi, dopo tutti questi mesi, credeva ancora nel risveglio del campione.
Incidente sugli sci
Il 29 dicembre 2013, durante una discesa con gli sci tra le piste Chamois e La Bichesulle, in Francia, e più precisamente nella cittadina di Méribel, il pilota tedesco scivola e batte violentemente la testa contro una roccia. Viene immediatamente ricoverato presso l‘Ospedale Universitario di Grenoble; giunto in uno stato semi-comatoso, Schumacher riporta un gravissimo trauma cranico e una forte emorragia celebrale. Dopo un lungo intervento chirurgico, i medici dell’ospedale francese lo inducono in coma farmacologico.
La notizia scuote il mondo dello sport, speranzoso che il campione, ex Ferrari, possa uscire dal coma e rimettersi in tempi brevi. Seguono mesi di attese e di informazioni confuse sulle sue reali condizioni di salute, con continue dichiarazioni e successive smentite su miglioramenti e peggioramenti del suo stato.
Le ultime notizie
A questa diffusione di notizie parzialmente vere, o, spesso, completamente false, si aggiunge la dichiarazione del medico Gary Hartstein che, più che per deduzione che per conoscenza dei fatti, ha voluto sottolineare come il mancato annuncio di un seppur lieve miglioramento nelle condizioni di Schumacher possa significare solo una cosa: che non c’è più niente da fare.
Quasi sei mesi in coma non possono far bene sperare, anche se le sue parole lasciano un piccolissimo spiraglio di luce in fondo al tunnel. Infatti, Hartstein ha detto che dopo un anno di stato vegetativo è pressoché impossibile riprendere coscienza.
Le speranze dei tifosi
In più di vent’anni di attività ad altissimi livelli, costellata di premi e vittorie che lo hanno fatto diventare un’icona dell’automobilismo e della F1, Schumacher ha conquistato il cuore di milioni di appassionati, che non intendono rassegnarsi e arrendersi.
Le parole del medico americano sono state accolte come un invito a non perdere completamente la speranza. D’altronde, come dice il proverbio, la speranza è l’ultima a morire. Schumacher ha già dimostrato una volta di non essere pronto a lasciare e dire addio alla F1, quando nel 2009 è sceso nuovamente in pista, dopo il ritiro, per provare ancora quelle emozioni che solo la velocità, l’adrenalina e la passione possono regalare.
Chissà, magari tornerà anche questa volta per combattere la sua nuova battaglia.