#PensieriBarbarici: social network e tentazioni

[highlight]Dove si “acchiappa” di più? Su Facebook o fuori le scuole elementari?[/highlight]

I social ormai sono comunemente additati come causa di tradimenti, separazioni, rottura di amicizie trentennali e di (quasi) tutte le sventure del terzo millennio. Ma è così difficile distinguere una causa da un effetto? O, forse in modo più appropriato, uno strumento dall’utilizzo che se ne fa?

Le occasioni e le tentazioni della vita reale sono all’ordine del giorno, ed hanno una caratteristica che le rende ancora più allettanti, almeno per alcuni, sono concrete.

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Avete mai provato a farvi una passeggiata fuori le scuole di primo grado, per intenderci le elementari, e a buttare un occhio curioso nei bar in prossimità delle stesse?

Ebbene, pur in assenza di connessione, vi si annida una specie infida e letale dalla quale guardarsi e soprattutto dalla quale tenere lontani i vostri mariti o compagni, la “mamma casalinga impernacchiata alla ricerca di consenso”.

Fateci caso, soprattutto adesso che il clima è più mite. Sciami di donne tra i trenta ed i quarantacinque anni si intrattengono ben oltre l’orario di ingresso a scuola degli amati pargoli a conversare amabilmente tra di loro.

Impeccabili alle 8:00 del mattino, sembrano fresche di parrucchiere ed estetista; vestite e accessoriate di tutto punto come se fossero andate a dormire già pronte per l’indomani. Provate ad osservare ad esempio il loro atteggiamento all’arrivo del papà di turno o, se già si sono spostate in un bar attiguo alla scuola, come reagiscono all’ingresso di un avventore maschio.

Ovviamente c’è dell’ironia, ma non manca un pesante fondo di verità.

Sembra di assistere alle performance delle combriccole di adolescenti quando scoprono il mondo maschile ed iniziano a sperimentare il gioco della seduzione. Sarà che su di loro incombe esclusivamente “solo” la gestione della famiglia che, seppur ardua, non ha le scadenze e i limiti d’orario imposti dalla vita lavorativa, sarà che le mamme che lavorano devono comunque occuparsi anche di casa, marito, figli e di tutto il resto; fatto sta che, e lo dico con un pizzico d’invidia, manifestano una serenità che le donne che lavorano raramente hanno. Sono lì in bella mostra, strette in una complicità che a volte sconfina nella rivalità.

Ora volete dirmi che un profilo su Facebook può essere più seduttivo di una donna nel pieno della maturità sessuale, ben agghindata e disponibile, quanto meno a condividere un caffè?

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Volete sostenere che è più facile superare la barriera del virtuale che passare da un saluto, ad un sorriso, ad una conversazione, e a quello che ne può seguire?

Non mi piacciono le categorie e vi ricorro solo ed esclusivamente per gioco e per stigmatizzare dei concetti ma, sia che lavoriate o meno, a meno ché non vi sia oggettivamente impossibile, ascoltate un consiglio: concedete con un po’ di leggerezza ai vostri compagni di pavoneggiarsi in rete, ma intanto accompagnate voi i vostri figli a scuola.

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