[highlight]Di fronte ad un tradimento di solito ci si schiera contro l’altra. Ma l’altra chi è?[/highlight]
Non c’è posto più fecondo di storie come i vagoni della metropolitana. Quelli che mentre viaggiano leggono non sanno cosa si perdono, incontri, scontri, amori clandestini, stralci di racconti di vita vissuta che, come spesso accade, è ben più avvincente, fantasiosa ed imprevedibile della creatività di uno scrittore.
Proprio dalla mia passione (vizio?) di farmi i fatti altrui nasce l’osservazione che voglio condividere con voi.
Abbiamo già parlato del tradimento e provato a smantellare un pezzo dell’enorme mappamondo dei luoghi comuni, ma l’impresa è lunga e faticosa.
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In ogni storia di tradimento c’è un altra o, ovviamente, un altro, che a seconda del sesso verranno valutati e giudicati diversamente.
Ma focalizziamoci, una volta per nostra scelta, sulle amanti, perché quella di cui si parlava – a dire il vero riportando anche il nome e fin troppi particolari – era una donna inciampata in un classico dell’amore infelice, la storia con l’uomo sposato, anzi sembra se ne fosse proprio innamorata.
Però questa volta non se ne parlava come una sfasciafamiglie, una maliarda irresistibile, una spietata seduttrice, ma come una ragazza assolutamente normale che pativa le pene d’amore che tutte ben conosciamo quando tra noi e il nostro amato bene si frappongono degli ostacoli. A parlare di lei erano due sue amiche preoccupate e oramai consapevoli che i loro saggi consigli si scontravano con il più cocciuto dei sentimenti, l’amore impossibile.
Bisogna riconoscere ai signori uomini che in termini di solidarietà spesso noi femminucce siamo carenti.
Noi, infatti, di solito siamo sempre pronte a scagliarci furiosamente contro l’altra che ha indotto, a nostro dire, in tentazione il malcapitato ominide seducendolo con filtri e pozioni magiche, ricorrendo a perverse arti erotiche, e chi più ne ha più ne metta.
Quindi per una volta poniamoci con serietà una domanda inquietante: l’altra chi è?
Amiche care a seconda dei casi è quella che riteniamo l’indiscutibile causa di rottura del nostro rapporto o di quello di una persona a noi cara o, se capovolgiamo il punto di vista, può diventarlo anche la moglie tradita che è rea di aver sposato l’amore della nostra vita o della vita di nostra sorella, cugina, della nostra migliore amica e che difficilmente sarà disponibile a riconoscere l’ illegittimità morale del suo ruolo e a porvi rimedio.
Non è un’assoluzione la mia – pur volendo non ne ho i titoli – e a dispetto dell’ironia e del sarcasmo che mi caratterizzano ancora credo che, seppur raro, l’amore vero, monogamo ed esclusivo, possa esistere; ma un invito a riflettere quanto sia facile assumere posizioni fragili come la pasta frolla.
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Qualche anno fa Francesca Rettondini (oddio!!! – non me ne voglia – ma un tempo non lontano citavo Leopardi) parlando della sua storia d’amore con lo scomparso giornalista Alberto Castagna affermò con onestà:
[quote]Mi sono innamorata di un uomo sposato, non sono la prima e non sarò nemmeno l’ultima. È una situazione triste e dolorosa ma a volte inevitabile[/quote]
Gli eventi successivi ci dicono che si trattò di una vera e propria storia d’amore che andò oltre i tradimenti (guarda caso lui forse non era proprio uno stinco di santo), la malattia, la separazione voluta dal presentatore,ed anche oltre la morte.
Ve la sentireste di etichettarla come una poco di buono?
Care principesse, non dimenticate mai che ci hanno insegnato che per ogni Cenerentola c’è un solo principe, ma ci hanno omesso che spesso i principi amano tenere il piede in più scarpette.