[highlight]Dopo l’accordo siglato ieri, è stata liberata l’ex primo ministro, simbolo della rivolta. Nessuna traccia del presidente ucraino[/highlight]
Dopo l’accordo del 21 febbraio tra il presidente Yanukovych, gli oppositori, l’UE e la Russia sembrava doversi placare la situazione a Kiev ma, a quanto pare, la quiete stenta a seguire la tempesta. Questa mattina, infatti, si sono verificati due eventi importantissimi per il futuro dell’Ucraina: la scomparsa di Viktor Yanukovych (di cui nessuno conosce l’attuale posizione) e la liberazione dell’ex primo ministro Yulia Tymoshenko, leader di Unione Pan-Ucraina “Patria”, una dei simboli della rivolta, in carcere dal 2011 con l’accusa di abuso di potere.
L’accordo sopracitato garantiva ai manifestanti le elezioni anticipate, la formazione di un governo di unità nazionale e il ritorno alla Costituzione del 2004.
Concessioni importantissime per i tantissimi oppositori del governo di Yanukovych, anche se ne manca ancora una, altrettanto decisiva: le dimissioni dell’attuale presidente. Una condizione alla quale, però, il leader del Partito delle Regioni non ha acconsentito. Questa mattina, dopo che la polizia ha abbandonato il palazzo presidenziale (invaso tra l’altro dai manifestanti che continuano ad occupare Maidan), Yanukovych è scomparso senza lasciare tracce.
Per ora sono molte le ipotesi sulla sua posizione, ma quella più accreditata vede un Yanukovych rifugiato a Kharkiv, città orientale del Paese, dove tra l’altro è in corso una riunione del partito del presidente.