[highlight]Almaviva chiede una riduzione del costo del lavoro, intanto i lavoratori di Napoli e Roma attendono una svolta in vista dello sciopero e del Family contact day, mentre a Palermo sono sospesi i trasferimenti fino all’incontro di martedì al Mise. [/highlight]
Continua la vertenza sulla crisi Almaviva di cui abbiamo già parlato in queste pagine. A rischio ci sono sempre 2511 lavoratori delle sedi di Almaviva di Napoli e Roma e i circa 400 lavoratori di Palermo a rischio trasferimento da Palermo a Rende in Calabria.
A Napoli e a Roma si attende ancora, mentre le riunioni al MISE sono in questi giorni tutte incentrate su Palermo e lo scongiuramento dei trasferimenti, è previsto proprio per questo incontro al Ministero martedì 8 novembre.
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A che punto sono le trattative
Almaviva continua a evidenziare la necessità di azioni di carattere strutturale come unica alternativa credibile alla riorganizzazione avviata che si concretizzerebbe nei 2.500 tagli e nella chiusura delle sedi di Roma e Napoli. In pratica l’azienda ha riproposto “un confronto sulla possibilità di sospendere alcune voci di costo del lavoro fino a riequilibrio economico, sulla formazione anche verso altri settori, sugli esodi incentivati di lungo periodo, sugli investimenti aziendali verso una tecnologia che traguardi a nuovi modelli operativi, sulla partecipazione dei lavoratori agli utili di impresa.”
Un percorso che l’azienda considera obbligato se si vogliono scongiurare riduzioni di occupazione.
Le misure strutturali
In pratica Almaviva chiede interventi concreti al Governo che possano intervenire in maniera fattiva sul riequilibrio del mercato dei call center, ponendo un freno alle aste a costo ribassato, sotto i minimi previsti dal CCNL e al rispetto oltre che all’inasprimento di quelle norme che dovrebbero contrastare le delocalizzazioni e che fino a ora sono risultate ignorate. Inoltre, per salvaguardare i conti economici dell’Azienda la proposta “innovativa” aziendale richiede di intervenire sul costo del lavoro, con l’abbassamento degli stipendi dei lavoratori, oltre che sugli istituti come ferie, permessi e malattie, che secondo l’azienda inciderebbero molto sui costi. La proposta aziendale pone anche l’accento sulla necessità di una svolta della trattativa in termini di controllo individuale del lavoratore e proprone un coinvolgimento proattivo dei lavoratori all’interno di un progetto che miri a un cambio di paradigma nelle relazioni industriali che stimoli la funzione sociale dell’impresa e affidi un ruolo nuovo ai lavoratori. L’azienda, infatti, rilancia sulla democrazia partecipativa nelle aziende per affrontare con strumenti innovativi quella che si considera come unica possibilità per essere competitiva nel settore dei call center ormai in forte crisi, sfida che non si può permettere di perdere, pena la scomparsa dalla scena produttiva italiana.
A spiegarlo è lo stesso Ad di Almaviva, Andrea Antonelli che si fa portavoce dellla proposta dell’azienda e che chiede una responsabilizzazione anche delle parti sociali.
[quote] Siamo ad un passaggio cruciale per il percorso di riequilibrio economica dell’azienda, sono necessarie scelte di discontinuità. Diventa decisivo mettere in campo la responsabilità di tutte le parti. Se dalle istituzioni ci aspettiamo la garanzia effettiva di regole certe e rispettate, al sindacato, soprattutto in una situazione di così grave crisi, chiediamo di superare una astratta logica puramente rivendicativa, per assumere un ruolo ed avere voce nel percorso aziendale. [/quote]
Se l’azienda si è detta disponibile a trovare soluzioni non traumatiche a fronte di un accordo con le organizzazioni che affronti il problema economico di Almaviva, i sindacati e le Rsu hanno ribadito ribadito l’inutilità e l’iniquità di procedere verso un ulteriore abbassamento dei costi del lavoro e la forte perplessità verso le altre proposte, soprattutto dopo così poco tempo dalla sottoscrizione dell’accordo di maggio, chiedendo quindi nuovamente il ritiro delle procedure e il ritorno all’ultimo accordo sottoscritto”.
Sciopero generale e Almaviva contact family day
I sindacati hanno proclamato lo sciopero nazionale di tutti i lavoratori del gruppo Almaviva giovedì 10 novembre. Iniziativa che coinvolgerà tutte le sedi italiane del gruppo e tutte le sigle sindacali. La drammaticità della crisi spinge comunque i lavoratori a intraprendere mobilitazioni anche autonome, che vadano oltre quelle iniziative intraprese ufficialmente. Infatti, domenica 6 novembre è in programma l’Almaviva contact family day, iniziativa che coinvolgerà i lavori di Roma e Napoli che scenderanno pacificamente in strada con i figli e le famiglie per sensibilizzare tutti, politica e città, sul dramma che stanno vivendo i 1500 lavoratori di Roma e gli 850 di Napoli.
Intanto il braccio di ferro tra governo, sindacati e azienda continua, soprattutto con il tema dei trasferimenti da Palermo a Rende che in questi giorni ha monopolizzato l’attenzione dei media sul caso Almaviva.
Da Palermo a Rende
[quote]Leggo i vostri tweet. Il miglior modo di rispettare le persone è lavorare nel loro interesse scongiurando i trasferimenti, tutelando l’occupazione. [/quote]
Così il viceministro allo Sviluppo economico Teresa Bellanova su Twitter in risposta ai solleciti dei lavoratori della sede Almaviva di Palermo, dopo la formalizzazione da parte dell’azienda dei primi 154 addetti alla commessa Enel in scadenza a fine anno, pena il licenziamento. Diverse le iniziative dei lavoratori, assemblee, fiaccolate e sit-in per bloccare in extremis la procedura e la richiesta all’esponente del governo una nuova convocazione del tavolo.
Intanto si registra una piccola vittoria con la sospensione dei trasferimenti dei lavoratori fino a martedì, quando al MISE si tornerà a parlare di Almaviva e di un nuovo accordo. Dalle indiscrezioni sindacali il tavolo tecnico al MISE avrebbe partorito un’intesa di massima, sull’assunzione da parte di di Exprivia, la società che si è aggiudicata la commessa, dei 295 operatori impiegati nella commessa Enel con Almaviva in scadenza a dicembre, mentre gli altri 98 dovrebbero rimanere con la stessa società.
A che costo?
Sul tavolo ci sarebbe l’assunzione dei lavoratori da parte di Exprivia ex novo, con inquadramento al terzo livello del CCNL, ma con le tutele dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori che però sarebbero su contrattazione individuale e azzeramento degli scatti di anzianità.
Davanti lo spettro dei trasferimenti decisi da Almaviva Contact che ha individuato come sola soluzione possibile per salvaguardia laa continuità occupazionale quella di trasferire i lavoratori. Su invito del Governo, per ora l’azienda ha sospeso la decisione in attesa della conclusione della trattativa tra sindacati e azienda subentrante che dovrebbe consentire il riassorbimento del personale su Palermo.
Tra family day, trasferimenti sospesi e richiesta di democrazia partecipativa da parte dell’Azienda, che si concretizza in pratica con meno costi e più controlli i lavoratori attendono risposte, nel timore che come al solito il costo dell’ennesima crisi, non sia pagato sempre da loro.