[highlight] A tu per tu con la candidata alle elezioni europee del Movimento 5 Stelle, Valeria Ciarambino[/highlight]
Perché ha deciso di candidarsi alle europee?
Innanzi tutto io dico sempre che non mi sono candidata ma mi hanno candidata. Quando sono stati resi i criteri per la candidabilità, abbiamo fatto una riunione e il gruppo mi ha chiesto la disponibilità a candidarmi. Hanno pensato che potessi essere la persona adatta a portare avanti questo progetto in Europa. E ho sentito la responsabilità di mettermi a disposizione di questa rivoluzione, in cui credo. Mi sono fidata della loro fiducia e mi sono proposta. Di fatto nel Movimento 5 Stelle i candidati li scelgono i cittadini, a differenza degli altri partiti dove le candidature vengono scelti da pochi, dai “padroni” del partito nelle loro “stanze segrete”. Non si conoscono i criteri di queste scelte e vengono messi nelle liste personaggi “porta voti”, come attuali ministri del governo o comunque persone che siedono già all’interno del Parlamento. Persone che probabilmente non andranno nemmeno in Europa, si dimetteranno e lasceranno posti ad altri che non sono stati scelti dagli elettori. Nel nostro caso i candidati vengono scelti dalla rete: pubblicano online il loro curriculum vitae e dell’attivismo e anche dei video, per cui si è in grado di sceglierli con consapevolezza e trasparenza. Noi già nella nostra candidatura siamo espressione di una moltitudine di persone che ci hanno selezionati.
Quali innovazioni puntate a portare in Europa?
Una vera e propria rivoluzione. Io la chiamo Rivoluzione della Normalità: abbiamo dimostrato in tutti i livelli delle istituzioni, dai Comuni fino ad arrivare al Parlamento italiano, che non è vero che soltanto i geni bocconiani potessero stare in Parlamento, del resto proprio questi ultimi hanno distrutto il nostro Paese e ci hanno ridotto alla fame. Noi abbiamo dimostrato che dei cittadini normalissimi, anche molto giovani di età, animati dall’onestà e dalla voglia di fare il bene del nostro Paese, conoscendo le problematiche che gli stessi cittadini vivono, sono in grado di fare meglio dei “super esperti” e dei “super tecnici”, perché hanno l’umiltà di mettersi a studiare e hanno le idee chiare di ciò che va fatto. Anche perché diciamo che i nostri rappresentanti nelle istituzioni sono dei semplici portavoce. Ciò vuol dire che non si propongono come i supereroi in grado di risolvere da soli tutti i problemi, ma che si interfacciano con un’intelligenza collettiva. Chiediamo continuamente ai cittadini, alle categorie professionali, alle aziende quali sono le problematiche che loro vivono e quali possono essere anche le loro possibili soluzioni, e tutto questo patrimonio di conoscenza collettiva lo portiamo in Parlamento e lo trasformiamo in atti parlamentari, come proposte di legge o interrogazioni. Porteremo questa modalità anche in Europa. Quindi la nostra rivoluzione consiste nel portare i cittadini all’interno del contesto europeo.
Su quali punti verterà questa rivoluzione?
Non facciamo promesse, facciamo fatti. La medaglia di cui possiamo fregiarci penso sia proprio la coerenza. Se prende le dichiarazioni nella campagna elettorale delle politiche e i 20 punti del programma, e osserva ciò che è stato fatto in Parlamento in questi mesi, noi possiamo vantarci della massima coerenza. Abbiamo detto che avremmo ridotto gli stipendi e ce li siamo dimezzati, restituendo quella parte al fondo per le piccole e medie imprese. Abbiamo detto di essere contro i rimborsi elettorali perché tradiscono la volontà degli italiani che si erano espressi con un referendum e abbiamo deciso di non beneficiarne. Abbiamo chiesto l’abolizione di Equitalia, come avevamo detto. Abbiamo detto di essere contro al sistema dei partiti e così non li appoggiamo, anzi contestiamo continuamente questo sistema di potere incancrenito portando gli interessi del cittadino dentro il Parlamento. Questa è la differenza tra noi e coloro che fanno promesse, definibili semplicemente spot elettorali che non riflettono una volontà reale di fare il bene del nostro Paese. Non c’è una lungimiranza, una visione politica. Ci sono 80€ al mese in più dati in busta paga a fronte di 3 miliardi e mezzo di nuove tasse che con il tempo verranno introdotte, come l’aumento della Tasi o l’aumento dell’addizionale comunale e regionale. Per cui questi 80€ non riescono a risolvere il problema economico del nostro Paese. Mi sarei aspettata una visione politica lungimirante, che guardasse all’Italia da qui a 10 anni.
Il Movimento si è sempre posto contro l’Ue, vista come una delle cause della nostra crisi economica. Cosa vi ha fatto cambiare idea?
Non abbiamo cambiato idea, perché se è l’Europa delle banche e dei poteri forti, noi continuiamo ad essere contro questo tipo di Europa. Quello che Beppe Grillo ha sempre sostenuto continuiamo a sostenerlo. Non siamo anti-europeisti se guardiamo a da De Gasperi o a Spinelli, quando immaginavano un’Europa dei popoli, che fosse un’entità sovrastatale in grado di lavorare per il benessere dei popoli. Le radici dell’Unione Europea si fondano nel periodo post-bellico, quindi dopo la seconda guerra mondiale. Era nata all’epoca prima la Ceca, poi la comunità europea, dall’esigenza di creare una stabilità tale da scongiurare un’altra guerra. Se guardiamo all’Europa di oggi l’intento iniziale di salvaguardare il benessere dei popoli è stato completamente disatteso. Oggi ci sono Paesi fanalini di coda dell’Europa, che sono stati abbandonati al loro destino: basti pensare alla Grecia ma anche all’Italia. A questo proposito ci tengo a dire che noi siamo il terzo Stato che versa di più alle casse dell’Europa, eppure la nostra voce non conta nulla. Questa Europa della Finanza non è quella che vogliamo. Vogliamo che l’Europa sia guidata da principi di solidarietà e anche di tutela e promozione della specificità dei popoli che appartengono all’Europa. Se il criterio è quello di mettere ai margini i più deboli perché non servono più, dopo averli stritolati, spremuti, relegarli del tutto come è successo con la Grecia, noi con questa Europa sicuramente non ci stiamo.
Per entrare in Europa bisognerà entrare a far parte di un gruppo composta da rappresentanti di almeno 7 Paesi. Con Tsipras e Le Pen è saltata già un’intesa sul nascere. Con chi avete intenzione allora di rapportarvi?
Credo che questa domanda sia prematura perché gli analisti stimano che la configurazione del prossimo Parlamento europeo sarà molto diversa da quella attuale. In tutta Europa c’è un grande fermento. Quindi non è escluso che possiamo ritrovarci con altre realtà politiche anche nuove che portano avanti le stesse nostre istanze. Se io guardo alla configurazione attuale del Parlamento e quindi ai partiti tradizionali, credo che non siamo vicini a nessuno di questi gruppi come succede anche in Italia perché contestiamo il sistema partitocratico. Tuttavia sarà una decisione che prenderemo in rete con i cittadini, come sempre facciamo.
La vostra propaganda dunque si baserà ancora sulla rete oppure ci saranno delle innovazioni rispetto al recente passato?
Più che di propaganda parlerei di informazione. Noi lo diciamo sempre: noi cittadini non chiediamo il voto quindi la nostra non è propaganda. Quello che il Movimento sta cercando di fare è una rivoluzione culturale per far sì che oggi si prenda in mano il nostro destino attraverso una partecipazione attiva. Questa è l’informazione che noi vogliamo far passare: oggi ognuno di noi deve darsi da fare per riprendere in mano il Paese, partendo dal nostro territorio fino ad arrivare alle istituzioni più alte. Sicuramente la rete è lo strumento principe del Movimento 5 Stelle. La rete è libertà e pluralità. Consente di veicolare in maniera rapida a tutti le informazioni. Però è errato dire che il Movimento 5 Stelle utilizza solo la rete. Io credo che siamo la realtà politica che macina più chilometri e copre le piazze di tutta Italia. Abbiamo creato una serie di incontri in tutto il territorio nazionale: ogni fine settimana per tre giorni visitiamo tutte le piazze della nostra Regione e della nostra Italia e incontriamo i cittadini. Non c’è soltanto la rete. Crediamo che persone debbano essere il metro della politica. Io ho attivato un indirizzo e-mail ad hoc proprio per segnalare qualsiasi tipo di problematica. Sono arrivate molte e-mail con spunti interessanti…
Ad esempio?
Il tema fondamentale riguarda il discorso dei fondi europei: imprenditori che mi parlano della loro difficoltà nell’accedere a questi fondi ma anche semplicemente nell’interfacciarsi con coloro che sono preposti all’erogazione. L’agenzia infatti sta a Roma quando invece si potrebbero avere sportelli dislocati nel territorio