[highlight]Asl: la Campania non è solo degrado, si fa viva una luce in fondo al tunnel[/highlight]
Che gli ospedali in Italia siano colmi di disservizi e non funzionanti al 100% a causa della mancanza di fondi è ormai noto a tutti. Quello che dovrebbe far riflettere, però, è che in Campania i numerosi presidi sembrano gareggiare tra loro per il primato di peggior ospedale dell’anno.
Il caso Cardarelli, il cui degrado è stato raccontato qui, non è purtroppo isolato, ma ad esso si affiancano quelli di altre strutture, come quella di Caserta, in lotta continua con la Regione: qui, la carenza di personale medico nel Pronto Soccorso aggrava il conto dei disservizi che i cittadini riscontrano ogni giorno. Il capogruppo regionale del Pse, Gennaro Oliviero, si è detto molto indignato del fatto che presso altre Asl campane siano stati indetti concorsi per sopperire alla mancanza di personale, lasciando fuori i presidi ospedalieri casertani.
Altro esempio negativo è il nosocomio di Nola, ormai quasi abbandonato a se stesso. Il Decreto regionale 49/2010 prefigurava il passaggio a una conduzione manageriale e poneva le basi per far assumere al centro il valore e il segno concreto di una voglia di protagonismo sociale, ma si è risolto con un nulla di fatto. Negli ultimi anni sono stati anche effettuati numerosi lavori per migliorare l’opera, ma a fronte di una dotazione di personale complessivamente sovradimensionata e non equilibrata e di un numero di posti letto inadeguato alle necessità dell’area geografica, si presenta oggi la prospettiva del trasferimento di servizi essenziali verso la struttura “di supporto” di Pollena Trocchia e altri ospedali della provincia.
Ma ciò che risulta ancor essere più avvilente è che Nola, ormai, non figura più nel Comitato di Rappresentanza dei comuni appartenenti all’ASL Napoli 3 Sud, recentemente costituito.
Tuttavia, ci sono delle novità che fanno ben sperare, almeno sotto un altro punto di vista: il «decreto 51», con il quale vengono stabiliti i nuovi criteri di esenzione dal ticket in Campania, operativi già dal primo luglio. In pratica, è stato eliminato il precedente codice di esenzione E05 (che ha riguardato i nuclei familiari con un Isee inferiore a 10mila euro) ed è stato sostituito dal nuovo codice E10 (riservato ai nuclei familiari con reddito complessivo fiscale lordo di 13mila euro).
Salvatore Varriale, dirigente del dipartimento Economia e Finanza della Regione, spiega che è stato possibile essere andati controcorrente rispetto al resto d’Italia grazie ai risparmi degli ultimi anni. Non solo: con questa manovra si sono potute sventare, inoltre, diverse truffe caratterizzanti le fasce di Isee più basse.
Un passo alquanto importante in una situazione che i cittadini non vorrebbero fosse ancora di degrado.