[highlight]Il concerto e l’ambientalismo di Erlend Øye dei Kings of Convenience[/highlight]
Anni che li attendo e finalmente arrivano proprio nella mia città, quei due. Anzi, quel duo norvegese che poi sono i “Kings of Convenience”.
E mentre sono già lì a pensare alla bella serata che mi aspetterà e, ammettiamolo, un po’ anche a sperare di non essere incastrata a raccogliere firme per salvare api e orsi polari nella mia giornata libera, chi trovo dietro di me a vociare in inglese al bar con due amiche e comprare scorte di cibo per gli altri volontari del Gruppo Locale di Greenpeace Napoli, intenti nelle loro verdi fatiche? Proprio loro!
Ed ecco che tra noi subito scatta il panico da fan: fermare i cantanti, agognando un autografo, o fare le disinvolte? Neanche il tempo di pensarci che è proprio Erlend Øye ad avvicinarsi e a salutarci con un “Ciao” e a chiederci se andremo al concerto la sera.
E così, tra una chiacchiera in italiano – lingua che Erlend mostra di conoscere raccontandoci di aver vissuto per più di un anno a Siracusa – e molte altre in inglese, finiamo sedute con lui al tavolino del bar a commentare la musica italiana degli anni 60 e 70, di cui lui è appassionato. Al punto che, ci anticipa, in serata suoneranno una cover di “Una ragazza in due”, celebre canzone del gruppo italiano “I Giganti”.
Ma soprattutto l’argomento topico con Erlend diventa da subito l’ambiente.
Dopo avergli infatti accennato di essere una volontaria di Greenpeace , da brava attivista, provo a convincerlo a firmare l’ultimo appello http://savethearctic.org/ e da lì parte una bella conversazione; il norvegese, infatti, si rivela un osso duro da convincere, pronto a rimproverare a noi napoletani di non agire sul territorio a livello locale. Cosa non del tutto vera, poiché l’energia di molti giovani napoletani è indirizzata al cambiamento, seppur a piccoli passi, e gli esempi ci sono: bike e car sharing ne sono le prove.
Erlend ci racconta, inoltre, che durante la sua passeggiate notturna (perché i norvegesi, a differenza dei napoletani, camminano almeno cinque ore al giorno!) dalla collina del Vomero al centro storico ha potuto apprezzare l’efficienza della ztl, non conoscendo però, da buon camminatore, i disagi dei mezzi di trasporto pubblici. Pro e contro si scontrano come al solito nella città dei controsensi, spesso difficili da spiegare ai turisti, in particolare a quelli famosi!
Continuiamo a parlare con Erlend e con lui ci dirigiamo all’interno dell’Arenile; ci fa conoscere il suo amico siciliano che vende le loro magliette e poi, un momento dopo, eccolo sparire mentre ci dice che ha visto dei pantaloncini blu che deve assolutamente comprare.
Ci abbandona, per tornare subito dopo l’acquisto al banchetto dei nostri amici volontari, pronto a firmare il nostro appello sull’Artico.
Oltre alla piacevolezza della musica del duo norvegese, va sottolineata quindi l’umanità e la disponibilità di entrambi prima dello show e, in particolare, di Erlend Øye , che si è addirittura convinto a salvare l’habitat degli orsi polari dalle trivellazioni nell’Artico.
Alle 22.35 i Kings of Convenience si presentano sul palco, e mentre il pubblico femminile è subito ammaliato dal “Buonasera” di Eirik, tutti, me compresa, restano stupiti dall’abbigliamento di Erlend, che ha indossato sul palco proprio quei pantaloncini “vintage” che gli ho visto acquistare poco prima del concerto. L’atmosfera dell’Arenile viene così riempita dal vibrare delle corde delle chitarre acustiche, dal battere delle mani e dallo schioccare delle dita, chiesto dalla band al pubblico come ritmo a supporto della loro musica.
A completare la magia del momento, degli inaspettati fuochi d’artificio sono apparsi sullo sfondo di Coroglio, proprio alle spalle dei norvegesi.
Una serata indimenticabile, resa ancor più magica dallo speciale “autografo” di Erlend alla campagna di Greenpeace.