Pensioni d’oro: cosa sono, a chi spettano e perché fanno tanto parlare. Scopriamolo insieme
La recente cronaca pullula di notizie e comunicazioni circa la previdenza sociale. Tra queste, brilla particolarmente quella delle pensioni d’oro; scopriamo, dunque, cosa sono e a chi spettano.
La denominazione pensione d’oro suggerisce spontaneamente l’idea di un assegno di tipo pensionistico dall’importo decisamente più elevato.
Nello specifico, si tratta di un assegno dal valore che supera anche i 3.000 euro mensili, ma andiamo per gradi e capiamo bene di che si tratta.
Cosa sono le pensioni d’oro
Le cosiddette pensioni d’oro sono, dunque, pensioni dal valore più alto rispetto alla media. Tornate alla ribalta, anche per la recente decisione della Consulta, le pensioni d’oro hanno fatto luce su di una delicata controversia che vede l’assegno pensionistico in questione combattuto tra differenti e feroci opinioni.
Secondo alcuni, infatti, le pensioni d’oro sono quegli assegni che possono superare il valore dei 3.000 euro mensili.
Per altri, invece, si tratta di un parametro errato da rivedere assolutamente.
Quel che ne consegue, quindi, è la spiccata inesistenza di un principio univoco secondo il quale decretare se di pensione d’oro trattasi o meno, fatto sta, che ad oggi, l’importo dei suddetti assegni sembra dondolare tra i 40.000 ed i 200.000 euro all’anno.
Chi può percepire l’assegno pensionistico dorato
Secondo alcuni dati Istat, fissando il valore delle pensioni d’oro ai 3.000 euro al mese, prende forma una stima che vede circa 861.000 pensionati d’oro solo per l’anno 2011. Mentre, secondo ulteriori dati Inps relativi all’anno 2017, i soli assegni superiori ai 3.000 euro mensili risultano aumentati dai 16.000 fino ai 20.000.
Si evince, dunque, da tale analisi che, per questa tipologia di assegno pensionistico, lo Stato arriva ad erogare una quota che rasenta anche i 45 miliardi l’anno.
Importante precisare, a questo punto, la particolare complessità della rilevazione di tali informazioni a causa di un principio, detto di autonomia regolamentare, al quale tutti gli enti possono appellarsi.
Ad oggi, infatti, i principali beneficiari di tale assegno pensionistico risultano essere proprio gli ex dipendenti della Corte Costituzionale, del Quirinale, del Parlamento e dunque tutti gli ex dipendenti o consiglieri delle Regioni.
Pensioni d’oro e controversie
Come già accennato, la recente decisione della Consulta circa il prelievo dei maxi assegni ha fatto luce su parecchie controversie legate al delicato tema della previdenza.
Sono numerose, infatti, le notizie trapelate e veicolate dalle principali fonti d’informazione, notizie che mostrano anche il coinvolgimento di alcuni dei principali esponenti politici.
Il tema della pensione d’oro è stato infatti ritenuto, sia dal Movimento 5 Stelle che dalla Lega, un beneficio, non solo eccessivo in termini di valore, ma addirittura limitato ad una sola categoria professionale. Un principio da rivedere, dunque, e da ricalibrare assolutamente.
Secondo gli esponenti di tali partiti, infatti, queste risorse, ritenute spropositate anche in relazione al versamento dei contributi per le pensioni generali italiane, dovrebbero essere impiegate diversamente, vale a dire, per ristabilire le pensioni minime ai 3 milioni di connazionali.
Conclusioni in itinere
Risulta, quindi, estremamente evidente la complessità dell’intera faccenda, così come la definizione delle somme, dei parametri ad essa attinenti ed il calcolo dei pensionati coinvolti.
Ancor più delicato appare, infine, il diverbio diplomatico circa una eventuale ridistribuzione del pensionamento al riparo da ogni illegittimità costituzionale.
Restare aggiornati, sintonizzandosi sull’acceso dibattito politico, rappresenta al momento l’unica opportunità di approfondimento.