Tutti gli step da seguire per progettare un logo efficace, dai suoi principi fondamentali alla realizzazione della proposta per il cliente.
Progettare un logo che funzioni non è un processo semplice come spesso si crede, scopriamo come organizzare correttamente il nostro lavoro.
Oggigiorno è facile perdersi nell’infinita quantità di informazioni disponibili in rete, potenzialmente chiunque può dire la sua, quindi diventa essenziale individuare fonti di valore da cui ottenere risposta o soluzioni ai nostri problemi.
Viviamo nell’era dei tutorial gratuiti, dove l’utente medio diventa sempre più propenso a svolgere in piena autonomia alcune tipologie di lavori, ma come spesso accade, non è sempre la scelta giusta.
In questo articolo voglio far luce sulle conoscenze generiche e tecniche da avere per poter affrontare la progettazione di un logo o marchio aziendale, un processo creativo ma soprattutto tecnico che spesso non viene compreso a pieno, nel suo valore e nella sua complessità.
Cos’è un logo
Un marchio, o più comunemente detto logo, è un insieme di forme, lettere e colori, che nel modo più immediato possibile deve trasmettere e far percepire all’osservatore, il valore, il tratto distintivo e l’importanza dell’azienda, del prodotto o del professionista che rappresenta.
È considerato il biglietto da visita di un Brand, e quell’elemento che ci spinge, inconsciamente, a fidarci o meno della promessa che l’azienda ci sta facendo.
Può, in alcuni casi, definire la riuscita o il fallimento dell’azienda stessa.
Da cosa è formato un logo
Un logo può essere composto dai seguenti elementi:
- Il pittogramma, elemento grafico e simbolico del logo. Solitamente è un unico elemento grafico o una composizione realizzata dalla fusione di più elementi. Un esempio è la mela di Apple.
- Il naming, ovvero la parte testuale del logo, che generalmente coincide con il nome dell’azienda.
- Il payoff, una sorta di piccolo slogan, che può essere annesso al marchio. Non tutti i loghi ne hanno uno, ma se utilizzato, può riassumere in maniera sintetica e diretta la Vision aziendale. Un esempio è il “Just do it” di Nike.
A cosa serve un logo
Lo scopo principale del logo è rendere riconoscibile un’azienda, distinguerla rispetto ai competitor ed esprimere la sua unicità ed il suo valore aggiunto.
Non a caso il logo viene considerato il pilastro della Brand Identity, l’elemento dal quale si sviluppa l’intera identità visiva dell’azienda.
È compito del designer riuscire a sintetizzare in un unico simbolo, l’anima e la promessa dell’azienda o dell’ente che deve rappresentare.
Tipologie di marchio
In genere possiamo identificare tre tipologie diverse di marchi. Vediamole insieme:
- La prima, viene genericamente individuata con il termine “logo” o “logo combinato” e comprende un marchio formato da un pittogramma, un naming ed eventualmente un payoff.
- La seconda tipologia viene chiamata invece logotipo, ovvero un marchio dove il naming, la parte testuale o nome dell’azienda, è il marchio stesso. In questa tipologia non vi è un pittogramma. Un esempio può essere Coop, Sony o Coca Cola.
- La terza ed ultima tipologia, viene definita logo iconico o simbolico, ovvero un marchio dove compare solo il pittogramma. Questa tipologia di marchio è utilizzata da Brand molto forti sul mercato, che hanno una riconoscibilità così elevata da poter addirittura omettere il nome dell’azienda dal proprio marchio. Un esempio è Apple, dove la mela, da sola, rappresenta l’intera azienda.
Caratteristiche principali di un marchio
Affinché un marchio sia efficace deve rispettare alcuni principi fondamentali, che possono rappresentare la riuscita del marchio stesso.
- Semplicità: Un marchio deve essere immediato, deve essere frutto di una sintesi concettuale del valore e dell’unicità dell’azienda. È compito del designer riuscire a rendere graficamente i tratti caratteristici dell’azienda nel modo più sintetico e semplice possibile.
- Memorabilità: Strettamente connesso al primo principio, un marchio deve essere memorabile, deve entrare facilmente nella vita dell’osservatore ed essere facilmente ricordato. Un marchio ben progettato, deve essere riproducibile con facilità, una qualsiasi persona con carta e penna, deve essere in grado di disegnarlo e riprodurlo a memoria.
- Unicità: Deve necessariamente esprimere l’unicità e i tratti caratteristici dell’azienda. È compito del designer riuscire a tradurre graficamente tali valori, con simboli ed elementi grafici non di larga diffusione, che esprimano unicità e personalità.Bisogna sempre ricordare che una delle funzioni principali del marchio è distinguere l’azienda sul suo mercato di riferimento, utilizzare un elemento grafico già presente nei marchi dei competitor o troppo utilizzato nel settore del nostro cliente, risulta a priori una sconfitta per il nostro progetto.
- Coerenza: Il marchio deve avere uno stile ed un tono di voce coerente e funzionale a quello dell’azienda che stiamo rappresentando ed al target di clientela a cui l’azienda si riferisce.Ad esempio, utilizzare colori vivaci, con uno stile “Comics” e giocoso, per rappresentare un Brand che si occupa di gioielli di lusso, può risultare totalmente inefficace. Lo stile del marchio deve essere coerente con l’anima dell’azienda, ed essere funzionale al loro tipo di business.
- Atemporalità: Tanti designer tendono ad adeguarsi e a seguire i trends e gli stili grafici più in voga nel momento della realizzazione del loro progetto. Un buon marchio, con delle buone caratteristiche distintive, deve permettere all’azienda che rappresenta, di poter risultare sempre attuale e visivamente accattivante, con uno stile unico che non perda mai di valore ed efficacia nel tempo.
- Funzionalità: Un marchio ben progettato deve risultare sempre efficace e distintivo, a prescindere dal supporto su cui viene applicato, che si trovi su un biglietto da visita, sul menù di un sito web mobile o su un cartellone pubblicitario per strada, deve sempre mantenere la sua funzionalità ed efficacia.
Fasi di progettazione di un marchio
Entriamo ora nel merito della questione, come si realizza un logo? Quali sono le fasi di progettazione da seguire?
Ogni designer ha un suo modus operandi, ma in generale si possono individuare delle fasi principali che tutti devono seguire.
Vediamole insieme.
Briefing
Questa è la fase in cui insieme al nostro Cliente, si tracciano le linee guida del progetto.
Stile, tono di voce, colori o elementi grafici che devono essere presenti nel marchio, sono tutti evidenziati dal Brief, ovvero il documento che riassume quanto stabilito col Cliente.
In questa fase, inoltre, si cerca di conoscere nel modo più accurato possibile l’anima dell’azienda o del professionista che si ha di fronte, cercando di scorgere la sua unicità, i suoi tratti caratteristici e la sua Vision.
Ideazione
Seguendo le linee guida del Brief, iniziamo a tradurre in elementi grafici e simbolici i valori che l’azienda desidera esprimere.
In questa fase, valori astratti – come ad esempio l’imponenza, l’eleganza, la praticità o l’eco sostenibilità – devono essere tradotti in simboli, elementi grafici.
Una volta che questo complesso lavoro è stato portato a termine, si procede alla fusione dei vari elementi grafici trovati, cercando di realizzare un unico simbolo.
Sketching
Questa fase, a volte, si svolge contemporaneamente alla precedente, e rappresenta la creazione delle prime bozze.
È una fase che va eseguita necessariamente su carta, sia per una questione di libertà di espressione che per una questione di velocità di svolgimento.
Da questa fase nasceranno 2 o al massimo 3 bozze principali, che verranno poi digitalizzate.
Scelta del font
Una volta che abbiamo delle idee su come il nostro logo debba essere rappresentato, che si tratti di un logo con pittogramma o di un logotipo, bisogna scegliere i font del naming e dell’eventuale payoff.
In un marchio efficace ed armonioso, non convivono mai più di 2 font insieme, che vengono scelti in base allo stile che il nostro marchio deve avere.
Verifica
In questa fase si verifica se le nostre idee, realizzate nella fase precedente, sono già state realizzate o rappresentano già qualche azienda del settore.
È essenziale che il nostro progetto risulti unico ed inedito.
Digitalizzazione
Qui digitalizziamo le nostre bozze. In questa fase il designer ricostruisce digitalmente le bozze scelte nella fase di sketching, applicando nella loro ricostruzione, griglie e proporzioni ben precise.
Avere le giuste competenze tecniche di costruzione geometrica delle forme, crea valore aggiunto ed armonia all’intero progetto, un elemento essenziale per l’efficacia di un marchio.
In questa fase, la progettazione del marchio avviene senza assegnare nessun tipo di colore, lavorando rigorosamente in bianco e nero. Questo ci permette di realizzare un marchio efficace a prescindere dai colori che scegliamo.
Nota bene che la fase di digitalizzazione delle nostre bozze avviene solo e soltanto utilizzando software di grafica vettoriale, come Adobe Illustrator o simili, che ci permettono di creare elementi grafici vettoriali ovvero esenti dalla perdita di qualità dovuti alla risoluzione, cosa che avviene nelle immagini, poiché composte da pixel.
Correzioni ottiche
Avendo lavorato in bianco e nero, osserviamo il nostro marchio sia su fondo bianco (versione positiva del marchio) e sia sul fondo nero (versione negativa del marchio).
Spesso, può succedere che si presentano alcune proporzioni da correggere, che a occhio non ci convincono.
Questa fase è molto importante, perché il nostro occhio non sempre percepisce le forme per quelle che sono, e anche se abbiamo allineato perfettamente o creato forme matematicamente proporzionate, ci possono sembrare sfasate o di dimensioni diverse.
È giusto quindi andare ad osservare e correggere tali disarmonie che i nostri occhi ci suggeriscono.
Applicazione dei colori
Quando il nostro progetto, ancora in bianco e nero, ci sembra armonioso, ha una sua personalità ed unicità, rispecchia lo stile ed il carattere che volevamo, possiamo applicare i colori.
I colori di un marchio possono essere assegnati seguendo le sensazioni che suscitano (psicologia dei colori), oppure, per un semplice fattore di gusto, personale o del Cliente, o ancora, per coerenza con il business che il marchio rappresenta.
Generalmente non vanno applicati mai più di 3 colori diversi.
Feedback
Il nostro progetto ha preso vita, ed è il momento di mostrarlo ad amici, parenti o collaboratori.
Questo ci aiuta a capire cosa il nostro marchio suscita nell’osservatore e se il concept da noi realizzato, è chiaro e ben visibile anche all’osservatore medio.
Da questa fase possiamo apprendere se il nostro marchio funziona, se è efficace, se suscita i valori che ci siamo prefissati di esprimere.
Se così non fosse, possiamo tornare alla fase di progettazione, aggiustando gli eventuali errori notati in questa fase.
Proposta
In questa fase prepariamo la proposta delle bozze che abbiamo scelto per il nostro Cliente.
Qui si espone il concept ed il processo creativo seguito per la realizzazione dei marchi, mostrando al Cliente i vari step del progetto, dal ragionamento iniziale fino alla realizzazione del logo definitivo.
In genere, si possono consegnare da 1 a massimo 3 proposte.
Consegna
Ultima fase, qui si consegnano al Cliente tutte le declinazioni del logo (positivo, negativo e a colori) in vari formati ed estensioni che possono essere utili per la stampa e l’utilizzo del marchio sul web.
Alcuni designer consegnano anche il file vettoriale del progetto, altri invece preferiscono non diffonderlo.
Conclusione
Come si è cercato di trattare in questo articolo, progettare un marchio efficace non è un lavoro semplice e banale come tanti pensano, ed è perciò fondamentale affidare questo tipo di progetto ad un professionista esperto, con le giuste competenze tecniche e creative.
Il marchio è l’elemento fondamentale dell’immagine di un’azienda o di un professionista, avviare un business investendo nella progettazione di un logo professionale, può aiutarti fin da subito ad intraprendere la strada del successo.