La campagna di sensibilizzazione sulla fertilità, avviata da qualche settimana dal Ministero della Salute, continua a creare disagi, con una perseverante campagna di comunicazione assolutamente sbagliata.
Le polemiche sorte già nella prima fase di lancio della campagna, all’inizio di settembre, avrebbero dovuto produrre non solo un ripensamento, ma anche, probabilmente, un doveroso cambio di marcia. Invece si è continuato a sfornare messaggi equivoci, e da censurare.
Quello che disarma, di tutta questa vicenda, alquanto surreale per gli effetti, è l’assoluto dilettantismo messo in mostra da chi è stato incaricato di predisporre l’intera campagna di promozione dell’evento.
L’impressione che si ricava dalla vicenda è che, anche in questa occasione, la classe politica di questo nostro Paese ha perso la bussola e, soprattutto, sembra che viva su un altro pianeta.
Il Paese è attraversato, da alcuni anni ormai, da una crisi economica disastrosa che ha impoverito, tra l’altro, quella classe media che, da decenni, è pilastro centrale della società italiana. L’impoverimento è tanto evidente, come risulta dai dati economici sfornati dall’Istat. Le famiglie combattono, quotidianamente, con problemi seri e, soprattutto, con una evidente difficoltà a mantenere un decoroso sostentamento a tutti i componenti, compresi i figli. Di conseguenza in questo preciso momento mi sembra, pur comprendendone le motivazioni, assolutamente sbagliato pianificare una campagna a favore delle nascite.
Sarebbe stato opportuno, ma già da anni, a mio avviso, predisporre provvedimenti, e stanziamenti conseguenti di risorse, che consentissero alle famiglie di avere decorosi aiuti in occasione della nascita di un figlio, e del conseguente mantenimento, almeno fino al compimento del diciottesimo anno di vita. Invece, a parte qualche intervento spot, poco o niente è stato fatto a tal riguardo.
La famiglia, da sempre pilastro importante della società italiana, è stata mortificata. La qual cosa ha prodotto, anche in conseguenza di altri motivi chiaramente, una decrescita del tasso di natalità, fino all’ultimo dato, pubblicato pochi mesi or sono, dal quale risulta un Paese a crescita zero.
Il dato è preoccupante, e richiede una risposta, da parte della politica, che vada oltre la inopportuna e delirante (per alcuni messaggi) campagna del Fertility day.
Il Paese ha bisogno di una opportuna attenzione sul problema della natalità e, soprattutto, su un tipo di welfare stimolante e non assistenziale. Ci riusciremo?