È boom per le partite iva a regime forfetario, come illustrano le ricerche di settore. Stando ai dati, infatti, se si prende in considerazione il lasso temporale fra luglio e settembre 2020, si conta un aumento delle aperture pari al 3% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno.
Il dato importante, però, è in realtà un altro: la maggior parte delle nuove partite iva è stata aperta da professionisti che lavorano sul web o comunque a contatto con il digitale.
In sintesi, la Penisola diventa sempre più spesso la patria dei freelance, per via dei tantissimi vantaggi proposti dalle varie professioni 2.0. E il regime forfetario, a sua volta, propone delle opportunità uniche in termini di risparmio, per quel che riguarda le tasse da versare.
Vediamo dunque di approfondire questo argomento.
Quali sono i vantaggi della partita iva a regime forfetario?
Conviene innanzitutto partire dalle limitazioni, che servono per capire anche i vantaggi. La partita iva regime forfetario non consente al professionista di scaricare le spese, ma si ha la possibilità di ridurre la cosiddetta flat tax dal 15% al 5%.
Questa facilitazione durerà per i primi 5 anni, ed è stata pensata per semplificare la fase di start up di un giovane professionista che per la prima volta approccia il mondo del lavoro.
In sintesi, se da un lato non si possono scaricare le spese, dall’altro si mette a registro un notevole risparmio in termini di imposte.
Per i possessori di partita iva vi è un vantaggio anche per quanto riguarda la gestione delle spese: ovvero la possibilità di poter godere di tariffe ad hoc, come nel caso dei contratti di energia elettrica per chi ha la partita iva, tra cui quelli proposti da alcuni operatori come Acea, per citarne uno.
Va comunque detto che, per poter aprire la partita iva con il regime forfetario bisogna rispettare alcuni paletti, tra i quali un fatturato massimo non superiore ad un tetto di 65 mila euro. Ad ogni modo, conviene sempre rivolgersi ad un commercialista per avere ulteriori delucidazioni in merito.
L’identikit del freelance italiano
Quasi la metà delle nuove partite iva è stata aperta da giovani under 35 (sempre per via dei vantaggi proposti dal regime forfetario).
In secondo luogo, il settore del commercio è ancora oggi quello che vanta il maggior numero di professionisti freelance attivi, seguito a ruota dall’agricoltura e dalle attività professionali.
Se si guarda al fattore geografico, si scopre che il maggior numero di partite iva risiede nelle regioni del Nord, mentre – come anticipato poco sopra – oggi la si apre spesso per lavorare nel digitale.
Si fa ad esempio riferimento alla gestione degli e-commerce, oppure a professioni sulla cresta dell’onda come il SEO e il copywriter.