Ecco come la nuova realtà dello sport popolare stringe la mano all’etica con una maglia.
Quante volte, seduti nel nostro salotto a sgranocchiare popcorn in attesa del secondo tempo di un match, abbiamo assistito ad episodi di razzismo?
Quante volte ci siamo indignati, e poi ce ne siamo ben presto dimenticati?
Rage Sport invece non perde tempo in chiacchiere e si schiera con i fatti dalla parte di chi viene aggredito ed emarginato per differenze di razza, di orientamento politico, religioso o sessuale.
Conoscete la Rage Sport?
Si tratta di una realtà che sta attirando l’attenzione di molte squadre, che vogliono dare un’impronta solidale al loro modo di vivere lo sport, allontanandosi dalle tendenze “mercenarie” di questo mondo.
Il brand ha esordito in campo, tingendo la propria maglia dei colori della bandiera della Repubblica spagnola, impegnata a combattere la guerra civile contro la dittatura di Francisco Franco, rendendo fin da subito evidenti i propri ideali.
Sapete come ci è riuscita? Semplicemente con una maglia
Si, avete letto bene, una maglia disegnata dalla rabbia di far valere quei diritti, spesso negati dalle grandi multinazionali dell’abbigliamento tecnico.
Tre frecce rivolte verso il basso, che stanno ad indicare la solidarietà, l’uguaglianza e la libertà.
Lo sport si veste di un marchio No Profit, che non ha paura di urlare al mondo di essere antifascista, antirazzista e antisessista, dentro e fuori dai campi da gioco.
Cosa ci guadagnano?
La produzione di questa maglia, che fa della tutela dei diritti la propria peculiarità, non è fine a se stessa ma si propone di realizzare progetti specifici, come riqualificare aree degradate e ristrutturarle, in modo da renderle accessibili ad un tipo di sport pulito, in cui la parola chiave è la tolleranza e dove non esiste alcun tipo di discriminazione.
Dunque, tolti i costi di produzione, il guadagno si misura in termini di rispetto della persona, del suo entusiasmo, del suo lavoro.
Tutto ciò alimenta lo spirito di squadra e non crea muri di divisione ma bensì l’opportunità di arricchire, attraverso gli scambi culturali e non solo, il bagaglio umano di ciascuno.
L’obiettivo?
L’intenzione è quella di vedere dei campi da gioco in cui il colore della pelle non sia il pretesto per appiccare incendi di fanatismo e sollevare cori offensivi e denigratori, dunque dei campi da gioco, in cui la forza, sia rappresentata dall’unione.
La speranza è che lo stadio possa fare da faro e rappresentare per tutti, ma soprattutto per i più giovani, un punto di riferimento che dia loro un messaggio forte e chiaro.
L’idea di questo progetto è partita proprio da un giovane, che sta ricevendo numerose richieste da parte di club di varie squadre europee e sta inaspettatamente realizzando il suo sogno, quello di porre le fondamenta per la costruzione di una società che mira ad abbattere ogni tipo di ostacolo.
Visita il sito e scegli la divisa del tuo evento!
Numerose sono le iniziative benefiche che si stanno realizzando grazie a questo circolo di solidarietà, che sta nascendo intorno a quella che, non è più una semplice divisa sportiva, ma è diventata una scommessa.
La scommessa di rendere ogni partita di calcio un’occasione per fare del bene e allo stesso tempo un’occasione per renderci conto che siamo tutti diversi, ma sorridiamo nella stessa lingua e ci rendono felici più o meno le stesse cose, soprattutto quando il nostro obiettivo è semplicemente fare GOAL!
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