I Foja regalano un concerto da ricordare al pubblico della Casa della Musica di per la tappa napoletana del tour di ‘O treno che va.
Ottimo ritorno a casa per i Foja, e mai ritorno poteva essere più iconico di quello alla Casa della Musica dopo varie tappe in giro per l’Italia per il tour di ‘O treno che va. Il gruppo napoletano ha confermato quanto di buono fatto in passato, con un’esibizione davvero coinvolgente, in un rock misto tra classico e moderno, nel loro stile in puro folk rock napoletano.
Il legame alla terra partenopea, alle sue sonorità e tradizioni è indissolubile per i Foja, che sono riusciti a dedicare tutto loro stessi e la loro musica a chi da sempre li ha supportati.
Cuore di Napoli
Un genuino amore per Napoli e per gli amanti della musica dei Foja con un concerto rock senza compromessi fatto di suoni, canzoni e personaggi che da sempre sono stati parte della storia della musica napoletana e dei Foja stessi. Il gruppo potrà dedicarsi a progetti diversi, a sonorità più evolute, ma non potrà mai rinnegare quella che è la radice da cui sono sorti. Radici che i Foja stessi rivendicano in ogni canzone. Nessun fronzolo e nessuna scenografia in grado di aumentare la distanza tra artisti e pubblico. Solo le animazioni negli schermi laterali e il cuore pulsante di Napoli che scalda ogni nota e ogni canzone del gruppo sul palco, una metafora che li ha accompagnati per tutto il viaggio musicale sul treno insieme a tutti i loro fan.
A suon di rock
A suon di successi, quel cuore si è scaldato ancora di più, quando all’apertura del concerto è partito il primo singolo Cagnasse tutto, con quel rock blues e la calda voce di Dario Sansone ad accendere il palco. Sono seguiti poi un po’ tutti i pezzi del’album oltre agli storici successi, con i Foja accompagnati oltre che dal pubblico anche da grandi voci e sonorità della scena musicale napoletana. In pieno richiamo alle tradizioni musicali sono intervenuti sul palco, infatti, il quartetto di mandolini dell’Accademia del Mandolino di Napoli, Andrea Tartaglia, Roberto Colella, Alessio Sollo e Tommaso Primo. A dominare il concertato sono state comunque le canzoni: pezzi come Nunn’è cosa, parte della colonna sonora del film La parrucchiera, il nuovo film di Stefano Incerti di cui i Foja hanno curato parte della colonna sonora e recitato in un cameo, hanno emozionato il pubblico. Successivamente sono seguite canzoni come ‘O treno che va, Buongiorno Sofia, Aria ‘e mare, A chi appartieni, Famme partì e Dummeneca, Tutt’e duje in cui il gruppo si è fatto accompagnare da un redivivo Franco Ricciardi e dalla fantastica chitarra di DRoss, capace di incendiare il palco con un assolo davvero vibrante. Oltre alle nuove canzoni, ci sono stati anche pezzi storici come ‘A malia, ‘O sciore e o viento, Dimme ca è overo, Marzo adda passà e Tu m’accire con la partecipazione straordinaria di Maldestro direttamente da Sanremo e con l’album in uscita.
Da segnalare anche l’intervento della Scanzabalda, un’orchestra di 30 bimbi del quartiere Montesanto diretta da Antonella Liccardo. Grande rammarico invece per l’assenza di Daniele Sepe, artista poliedrico che, per impegni lontano da Napoli, non è potuto esserci.
Un concerto davvero intenso che ha visto protagonista la musica e dimostrato come il rock napoletano sia in crescita. Grazie alla qualità musicale dei Foja nei talenti di Dario Sansone, Ennio Frongillo, Giuliano Falcone, Luigi Scialdone e Giovanni Schiattarella la scena musicale napoletana ha davvero di che leccarsi i baffi per il futuro.