La sentenza della suprema corte, opportunamente, ridà alla politica la responsabilità di trovare un sistema elettorale condiviso, e rispettoso dei diritti degli elettori.
La sentenza della Consulta sull’Italicum ha, in effetti, a nostro avviso, rilanciato, per certi versi, la palla alla politica.
Il giudizio di merito dell’organo costituzionale ha messo in evidenza, con la decisione presa, le incongruenze di una legge che, invece di rendere le cose più semplici, ha complicato la vita al povero popolo degli elettori.
Tutto nasce, a nostro avviso, dalla schiacciante vittoria, riportata dal PD alle ultime elezioni europee, dal senso di invincibilità che ne è derivato, dal carattere esuberante, egocentrico, e presuntuoso di Renzi, e, in ultimo, da una crisi profonda dei partiti (i famosi corpi intermedi), e della politica tout court.
La voglia di strafare, unitamente ad una incapacità di trovare un necessario equilibrio con gli altri contendenti, ha portato il PD, con l’avallo di qualche interessato, piccolo ed insignificante (dal punto di vista elettorale) partner di governo, ad approvare un impianto di legge elettorale offensivo nei riguardi degli elettori. Questo, unitamente alla convinzione (chissà da dove derivasse) di riportare una vittoria al referendum del 4 dicembre scorso, che prevedeva, come è noto, la soppressione del Senato elettivo, ha portato ad un guazzabuglio pazzesco che prevede, ad esempio, sistemi elettorali diversi a seconda se si devono eleggere i deputati o i senatori.
La rincorsa che le forze politiche stanno facendo verso l’interruzione della legislatura, con le elezioni anticipate, è l’ennesima dimostrazione di come sia impazzita buona parte della politica che, ormai, viaggia in maniera completamente distaccata dal comune sentire popolare.
Un governo recentemente eletto, con il determinante appoggio del maggior partito italiano, è alla mercè, quotidianamente, dei ricatti, che solo una politica schizofrenica si può consentire.
Il Paese, ancora segnato da una crisi economica devastante, ha bisogno urgente di essere governato con coraggio e determinazione, corollari necessari per affrontare le sfide che lo attendono.
Una compagine parlamentare, segnata da profonde divisioni dell’elettorato in tre raggruppamenti di pari forza, in questo momento sarebbe una iattura per l’Italia, e probabilmente porterebbe ad una situazione di ingovernabilità, viste le profonde divergenze in atto.
Sarebbe opportuno, quindi, cercare in tempi brevi una opportuna sintesi ed approvare una nuova legge elettorale che, nel rispetto dei diritti dell’elettore, armonizzi i sistemi elettorali tra le due Camere. Affrontare delle criticità, come quella della disoccupazione, e il rilancio dei consumi, e poi, in un clima più sereno, portare il Paese al voto alla scadenza naturale della legislatura.
Il Paese, con la sua drammatica condizione, è quello che si aspetta, e si merita.