Una tragedia che mette ancora in evidenza lo stato di precarietà nel quale vive il nostro Paese
Il dramma che si è consumato, e che tuttora è aperto sotto i nostri occhi, in Abruzzo, con la valanga che ha sommerso l’albergo e quanti vi erano ospiti, mette, ancora una volta, in evidenza la difficile situazione nella quale vive il nostro amato Paese.
Il ritardo, o le difficoltà con cui si mossi i soccorsi, dimostrano come, nella stragrande maggioranza dei casi, vi è una inadeguatezza di fondo che caratterizza tutte le vicende tragiche che attraversano la nostra penisola. Soprattutto è evidente, in molti casi, la difficoltà ad essere efficaci e tempestivi in tempi ragionevoli.
Pur comprendendo le difficoltà che i soccorritori hanno e stanno ancora trovando, è opportuno sottolineare i ritardi con cui sono stati recepiti gli allarmi che sono partiti, e dall’interno della struttura alberghiera, prima, chiaramente, della tragedia, sia quello lanciato da uno dei sopravvissuti alla tragedia, che per puro caso era uscito dall’albergo per prendere una cosa in macchina.
A questo si aggiunga che, pare, uno dei mezzi adatti a prestare soccorso fosse fuori uso da tempo.
Come si vede elementi di doglianza ve ne sono, e vanno adeguatamente, ed opportunamente, tenuti presenti.
Resta il problema di un Paese contrassegnato da acclarati rischi idrogeologici che vengono, sistematicamente, ignorati, salvo qualche solita ed improduttività presa di coscienza quando avviene la tragedia.
Il saccheggio del territorio, i tanti abusi perpetrati, e consentiti, i tanti condoni elargiti in tutto il Paese, hanno prodotto dei danni, in qualche caso, irreparabili.
E’ opportuna, quindi, una politica di prevenzione a salvaguardia del territorio. Vanno effettuati investimenti considerevoli e irrimandabili se si vuole tentare di evitare tragedie e morti innocenti.
Le parole non servono ed hanno, tra l’altro, già prodotto quello che è sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono vedere. Abbiamo la fortuna di aver creato un servizio di Protezione Civile di buon livello, e che certamente va migliorato e potenziato.
E’ opportuno, anche, una attenta e meticolosa educazione ambientale che superi l’ambientalismo di maniera. Le scuole devono essere il primo avamposto per educare gli allievi a proteggere il proprio ambiente, a capire come affrontare le eventuali emergenze, come quella da cui partono queste note, a sapere come comportarsi. Anche questa è tutela della sicurezza, e non ne va più rimandata l’attuazione.
Il nostro bel Paese potrà salvaguardarsi solo affrontando energicamente, e prontamente, i guasti prodotti con una certosina opera di informazione e prevenzione.
L’augurio è che questa ennesima tragedia, a tal proposito, illumini la classe dirigente italiana e faccia prendere i provvedimenti del caso.