La politica politicante, anche quando può trovare opportune soluzioni, solleva polveroni, perdendo di vista la sostanza.
Il lavoro accessorio, regolamentato da qualche anno da apposita norma, come è noto è pagato attraverso lo strumento dei voucher. Questi consentono a tutta una serie di soggetti, di poter regolamentare il loro rapporto di lavoro occasionale, in maniera corretta. A parte per i lavoratori del settore agricolo, soggetto a quanto previsto dal contratto nazionale di categoria, tutti i lavori occasionali sono retribuiti con un compenso orario di 10 euro, di cui 7.50 nette vanno nelle tasche del lavoratore. Il resto copre gli oneri previdenziali ed assicurativi.
Per anni, i voucher sono stati dei perfetti sconosciuti, e quindi poco utilizzati. Da qualche anno hanno avuto un notevole successo, rimarcato in questi giorni da numeri decisamente impressionanti. Sono uno strumento malvisto dai sindacati e, da qualche tempo, anche da una parte della politica. I motivi di questa idiosincrasia da parte dei soggetti menzionati, è da ascrivere al concetto che, per certi versi, aumentano la precarietà. Legittimo pensiero da parte di chi della difesa dei lavoratori ne fa il dato connotativo della propria vita associativa.
Personalmente penso ad un aspetto importante che non va sottovalutato: la diminuzione di una parte del lavoro sommerso o, come di dice normalmente, in nero. Certamente l’ampia diffusione dell’utilizzo dei voucher ha consentito, almeno una certa regolarizzazione, forse parziale, di un certo tipo di lavoro, di certi tipi di lavori occasionali. E questo è certamente un aspetto positivo da non sottovalutare. Consente, altresì, la possibilità di versare, sia pure in maniera limitata, contributi utili ai fini pensionistici. Va da sé che qualche strumentalizzazione si verifichi. Qualche abuso si perpetra. Ma per evitare questo ed altro di illegittimo, basta aumentare i controlli, a campione inizialmente, al fine di limitare gli eventuali illegali comportamenti da parte di imprenditori, o presunti tali, scarsamente corretti.
Io penso, insomma, che lo strumento sia utile ed opportuno. Vanno combattuti gli eventuali illegittimi usi, allo scopo di eliminare sfruttamenti in maniera “legale”. E compito della politica, quella seria e propositiva, sia proprio quello di garantire, al contempo, un corretto uso della norma, senza suscitare polemiche inutili e pretestuose, tese solo a parlare alla pancia, piuttosto che alla ragione, degli elettori.