Una crisi di fiducia e pessimismo che va capita
Il cinquantesimo rapporto del Censis, il noto centro studi di statistiche, presentato in queste ore, come sempre è una fotografia della situazione sociale ed economica del nostro Paese.
E’ una radiografia di un Paese segnato da pessimismo, da sfiducia, sia verso futuro, che verso una classe politica sempre più vista con fastidio, e non all’altezza del compito, e della situazione in cui versa l’economia nazionale, sempre più caratterizzata da un aumento di sacche di povertà.
Secondo il rapporto ci troviamo di fronte ad un Paese che è ancora benestante, per la ricchezza liquida conservata, e pari a poco più di 100 miliardi di euro, e che non investe sul futuro.
Il rapporto mette in evidenza le apprensioni degli italiani adulti rispetto alla situazione economica dei propri discendenti, figli e nipoti, che vivranno, probabilmente, peggio dei propri progenitori.
Il rapporto pone in risalto i risultati incoraggianti ed interessanti relativi alle esportazioni che ci vedono in ben 28 categorie di attività economiche, con una quota superiore al 5%, mentre complessivamente il Paese ha una quota di mercato del 3% circa.
Interessanti sono anche i dati relativi agli arrivi di stranieri nel nostro Paese, per motivi turistici, con dei dati decisamente interessanti: aumento del 31% degli arrivi, tra il 2008 e il 2015, con un aumento interessante anche dei giorni di permanenza di circa il 20%.
Il problema del Paese è anche quello della fiducia dei cittadini nei riguardi della politica, con punte percentuali, di evidente sfiducia, intorno al 90%. Il picco maggiore viene registrato nella fascia di età compresa tra i 35 e i 64 anni.
Gli italiani, infine, credono, con percentuali decisamente interessanti, nella Unione Europea, e nella moneta unica.
Insomma un quadro, quello che emerge dal rapporto, contrassegnato da dati contrastanti, che ben rappresentano lo stato d’animo attuale dei nostri connazionali.