Un comunicato, che occupa mezza pagina del quotidiano Il Mattino, di venerdì 29 luglio, a cura di Fondimpresa, è al contempo un invito per un seminario, e un grido di allarme sulla situazione della formazione professionale aziendale, in Regione Campania.
Il comunicato, nel preannunciare l’invio di poco più di novemila comunicazioni ad imprese aderenti a Fondimpresa, stigmatizza l’inutilizzo di ingenti risorse finanziarie, a far data 31 dicembre 2014.
Queste risorse, tra l’altro figlie di accantonamenti delle stesse imprese, rischiano di essere perse se non verranno presentati piani di formazione aziendale entro il 31 dicembre di quest’anno.
Il dato, decisamente drammatico, che emerge dalla denuncia, è che solo 2000 aziende, su 21000, hanno presentato piani formativi aziendali.
Il comunicato mette in evidenza la scarsissima attenzione che le aziende riservano alla formazione dei propri collaboratori. Forse perché si ritiene poco produttivo formare i propri dipendenti, o forse perché non si è in grado di identificare i bisogni, e presentare adeguati progetti formativi.
Certo è assurdo che il sistema imprenditoriale campano, malgrado le tante opportunità, e l’adeguata consulenza di Fondimpresa, non ritenga opportuno migliorare le competenze dei propri collaboratori, tra l’altro, a costo zero.
E’ un dato che deve far riflettere tutti i soggetti in campo. E’ un modello di educazione imprenditoriale, quello che emerge, sicuramente datato e, comunque, non all’altezza delle esigenze del mercato.
Immaginare che si possa fare a meno di competenze sempre aggiornate, e al passo con i tempi, denota una visione di corto respiro che non può che produrre diseconomie gravi per la singola azienda e, direi, per tutta la filiera industriale.
Va cambiato l’approccio, certamente, se si vuole essere orientati al mercato e rispondere, al meglio, alle sfide di un mercato sempre più globalizzato. Un mercato, tra l’altro, nel quale il sapere può fare la differenza.