E’ destino che le primarie del PD napoletano debbano sempre rappresentare la “pietra dello scandalo”. Era successo già nel 2011 con, addirittura, l’annullamento del risultato espresso dal popolo di centrosinistra, che si era recato al voto in quell’occasione.
Il commissariamento del partito, e la candidatura, a sindaco, di un perfetto sconosciuto, tra l’altro corpo estraneo alla città, dove fu catapultato, e sganciato dalla realtà politica cittadina, portarono ad una sconfitta che sanguina ancora.. Anche allora accuse di brogli rimbalzarono tra i protagonisti e i loro supporter di quell’epoca.
Domenica 6 marzo si sono tenute in diverse città italiane, compresa Roma, le primarie per designare il candidato dello schieramento di centrosinistra alla carica di sindaco. Ebbene solo a Napoli, con la diffusione di un video, si sono verificati episodi gravi di condizionamento del voto, con la erogazione di soldi per indurre le persone a recarsi al voto.
Non so se questi episodi hanno inciso sul risultato finale, certo il partito napoletano, che aveva già dato prova della sua inefficienza negli ultimi tempi, non ne esce bene.
La vittoria è andata, come è noto, alla Valente, candidata dell’apparato del partito. Risultato straordinario, a mio avviso, è stato ottenuto da Antonio Bassolino che, malgrado osteggiato dalla stragrande maggioranza del partito, anche nazionale, ha dimostrato la tempra del politico di razza, arrivando quasi a ridosso della vincitrice. Poco più di 400 voti hanno fatto la differenza. Onore al merito! Adesso dimostri di essere veramente uomo di partito e si metta a disposizione della vincitrice che parte, così come da previsione, battuta nella prossima competizione elettorale.
Il partito, da parte sua, non solo quello locale, faccia un esame di coscienza, e riprenda la strada maestra della trasparenza e dell’apertura concreta alla città, e ai suoi problemi.
In caso contrario queste primarie si dimostreranno, al di la delle contestazioni, un’occasione persa, l’ennesima. E la città che ascolta e vede ne trarrà, anche questa volta, le conseguenze. Che non saranno certamente positive per il PD napoletano.