Alcuni quotidiani hanno dato la notizia, forse un poco caricando la cosa, della direttiva che l’azienda Compass, che gestisce le buvette in parlamento, ha dato ai propri dipendenti: i parlamentari, prima di consumare, devono passare alla cassa, pagare e ritirare lo scontrino.
Niente di strano. E’ prassi normale, dappertutto. Pare, invece, che tutto sia nato perché era costume di diversi parlamentari, di consumare e dimenticare di pagare. La cosa è risaltata agli occhi degli amministratori della Compass, dopo qualche verifica avvenuta a seguito di un calo vistoso degli incassi.
Secondo qualcuno la riduzione del fatturato della società è figlio, principalmente, della ridotta attività delle camere. Secondo altri, invece, tutto è figlio della cattiva abitudine, figlia della distrazione, vogliamo credere, di molti clienti della buvette: consumano e non pagano.
Se tutto dovesse essere figlio di cattive abitudini, di alcuni politici, di abusare del proprio ruolo o, peggio, della loro disonestà, ci troveremmo di fronte ad un cattivo esempio, che non fa che aumentare, nei cittadini, il senso del disgusto e dell’antipoltica. Che, come è noto, crea disaffezione ed è un vulnus pericoloso per la nostra democrazia.
Sicuramente la notizia, se confermata nei suoi aspetti più negativi, crea sconcerto e disagio nella stragrande maggioranza dei connazionali di queste mele marce che stanno rovinando tutto il cesto.
La conseguenza più vistosa è il crescente allontanamento dei cittadini dalla vita politica che, di conseguenza, comporta scarsa partecipazione ed inutile indignazione. E il Paese, in questa fase della sua storia, ha bisogno di altro, per ritrovare lo slancio opportuno per uscire dalla crisi profonda nel quale versa.