Le vicende che stanno segnando la preparazione delle primarie del PD napoletano, meritano qualche riflessione.
La confusione nella quale, da qualche tempo, si trova il partito napoletano, sta creando disagi notevoli sia ai tanti iscritti, sia ai tanti elettori che hanno dato la loro preferenza al partito.
La mancanza evidente di una guida credibile, lo scollamento tra il partito nazionale e quello delle periferie (dato evidente a livello nazionale), la presenza di “signori” delle tessere, le lotte di potere tra i vari gruppi, la mancanza di una leadership evidente, stanno evidenziando una crisi di identità indiscutibile, i cui effetti sono ben presenti nell’azione politica all’interno della città, da parte dei democratici.
La discesa in campo di Bassolino, il suo attivismo di questi giorni stanno costringendo i vertici del partito napoletano a rincorrere il vecchio Sindaco, che sta dimostrando, tra l’altro, una vitalità sorprendente. In ogni caso lo spettacolo che si sta offrendo, ad una città presa da mille problemi, è abbastanza deludente e sconfortante.
L ‘assenza di una guida nazionale,con evidente distacco dalle vicende locali, è uno dei tanti problemi che si stanno scontando. La candidatura della Valente, ad esempio, nata da una ripartizione decisa a tavolino a livello nazionale, ne è un sintomo evidente, ed un chiaro segnale di poca comprensione e conoscenza delle realtà locali nelle quali, fra pochi mesi, si andrà a votare.
Sarebbe opportuno che il partito, a livello nazionale, prendesse contezza delle varie realtà, e unificasse i comportamenti e le direttive, onde evitare situazioni poco credibili e poco spendibili elettoralmente.
Forse Renzi deve dedicare più tempo alla gestione politica del partito, adottando una linea più precisa ed opportuna. Soprattutto, credo, sia opportuno dedicare più tempo alla gestione politica del partito che, come è noto, passa in secondo piano nell’azione di Renzi, E, come dimostrano i risultati, compresi quelli relative alle candidature, così non va bene.