[highlight] Una politica miope e parolaia, a caccia di voti, racconta l’ennesima fandonia sulla pelle e le attese dei giovani meridionali. [/highlight]
La vicenda, tanto strombazzata dal nostro Premier, e con una grande cassa di risonanza da parte di buona parte dell’informazione italiana, degli investimenti della Apple in Italia, a Napoli per la precisione, con la prevista creazione di 600 posti di lavoro, si è rivelata una grande bufala. Una delle tante che, da circa due anni, il nostro Paese si vede propinare da Renzi.
Bastava semplicemente andare sul sito della Apple per prendere visione della realtà: si aprirà a Napoli un grande centro di formazione per sviluppatori di App in Ios. Certamente una notizia positiva per una città come Napoli, e per i tanti giovani di talento che vi studiano.
Ancora non c’è chiarezza sul luogo nel quale alloggerà questa sorta di campus informatico, né chi sarà il partner napoletano scelto dalla casa informatica statunitense. Ma si assiste ad una corsa, anche a causa delle imminenti elezioni cittadine, a chi mette il cappello sull’operazione.
Una vergognosa strumentalizzazione elettorale, fatta sulla pelle di una città i cui problemi importanti restano insoluti e, oserei dire, neanche affrontati.
Ad ogni buon conto va detto che nella città di Napoli già da tempo operano aziende, piccole o di media grandezza, nel settore dello sviluppo di App per il mondo straordinario della Apple. Già vi sono realtà formative che, da qualche anno, preparano giovani, con la giusta passione e le opportune attitudini, nell’ambiente Ios. E che diversi di questi giovani portano la loro creatività in giro per l’Italia, in alcuni casi con clienti di primaria importanza.
Formatori di buona qualità danno il loro prezioso apporto alla creazione di profili professionali di buon livello, avvalendosi di strutture ed attrezzature di primaria qualità. Ma nessuno ne parla. Moltissimi di questi giovani talenti, lontano dai riflettori, producono programmi di buona fattura che vengono apprezzati ed utilizzati al meglio delle loro performances. Di alcune di queste realtà daremo conto in altre occasioni, per consentire anche alla politica di scoprire una realtà che non conosce, non apprezza e sottovaluta. La stessa Università napoletana, chiamata in causa nell’occasione, potrà dare un contributo positivo a valutare nella giusta considerazione un patrimonio di competenze che, spesso, è venuto fuori proprio dai banchi di qualche facoltà scientifica napoletana.
Quando la Apple arriverà a Napoli la politica scoprirà che un’azienda orientata fortemente al mercato, come lo è la multinazionale americana, non si presta ai mezzucci delle clientele e, quindi, è inutile e controproducente la demagogia messa in campo anche in questa occasione.