Giusto quarant’anni or sono usciva il primo numero di LA REPUBBLICA, il giornale fondato da Eugenio Scalfari, il primo direttore. L’attesa, come ricordo, fu enorme. Fu presentato come il quotidiano che avrebbe rivoluzionato l’informazione. Un giornale che andava ad occupare uno spazio rilevante nel panorama dell’informazione italiana. Ricordo che, allora laureando in Scienze Politiche, leggevo da sempre il Corriere della Sera e Il Mattino, che portava a casa il mio compianto papà. Il primo grande impatto lo diede il formato , con il quale il giornale usciva nelle edicole, tabloid.
Molto più maneggevole e facile da consultare. Ma, soprattutto, furono i contenuti e la linea editoriale scelta che rappresentarono la grande novità. Il giornale, pur aperto a contributi vari, si schierò, apertamente, a sinistra, rappresentando un mondo di idee allora schiacciato, prevalentemente, nel Paese su quotidiani di diretta emanazione dei partiti storici della sinistra, compreso Paese Sera.
In tutti questi anni, caratterizzati da 20 anni di direzione di Eugenio Scalfari e da altrettanti anni di direzione di Ezio Mauro, il giornale ha rivestito un ruolo importante nella cultura, non solo giornalistica, del nostro Paese. Per moltissimo tempo è stato il quotidiano più venduto e più letto in Italia, con un certo peso anche politico. Per chi non ha vissuto quella stagione, chiaramente per un fatto di età, la pubblicazione della copia del primo numero, con il giornale di oggi 14 gennaio 2016, è stato un bel regalo fatto agli italiani e ai giovani in particolare. Sfogliare quel numero offre l’idea esatta di cosa rappresentò quella prima uscita. Firme prestigiose sono presenti tra le pagine di quel primo numero.
Personalità del mondo economico e culturale di grosso spessore diedero il proprio contributo al nuovo quotidiano che, nei decenni successivi, avrebbe segnato, in maniera indelebile, il mondo dell’informazione italiano. Malgrado la crisi enorme che ha toccato anche il mondo della carta stampata, LA REPUBBLICA, rimane uno strumento importante per capire, e in qualche caso, anticipare, gli eventi che segnano la vita sociale, politica , economica e culturale del nostro Paese.
Da domani il quotidiano avrà un nuovo direttore, Mario Calabresi, proveniente dalla direzione di un altro prestigioso quotidiano italiano, La Stampa, che, certamente, sia pure con stile diverso, continuerà a mandare in edicola un giornale all’altezza della tradizione e dell’influenza sulla società italiana. Ed è l’augurio sincero che facciamo al prestigioso quotidiano a cui è legata una parte importante della formazione culturale e politica di almeno tre generazioni di cittadini italiani.