[highlight]Se non ora, quando…? Riflessioni e quant’altro all’indomani degli attentati a Parigi[/highlight]
Sono il Nessuno che scrive sul Niente. Il niente di cartastraccia o virtuale che si lascia andare a parole e sensazioni, destinate a cadere nel vuoto, inascoltate. Ma se non ora, quando? Quello che è successo a Parigi è spaventoso, gela il sangue nelle vene e lascia nel più completo Terrore. Allora scatta in me quell’esigenza ancestrale di scrivere. Ma non posso. Non ho né carta né penna. Né computer né tastiere di alcun genere. Non posso scrivere, ma devo. Se non ora, quando? Tocca a noi, i soliti giovani, gli “sdraiati” di Michele Serra. Più che sdraiati, stesi. Ma da una società, una cultura e delle generazioni – quelle immediatamente precedenti alla nostra – che hanno saputo colpire, e a fondo.
Ma io so che la nostra cultura, la cultura occidentale, non è figlia dell’ignoranza che domina oggi; è figlia di ideali e pensieri di uomini e movimenti sensati, ognuno a suo modo. Figlia di riviste che, specie in Italia e in Francia, hanno scosso il mondo, influenzato e cambiato il pensiero. Figlia de La Voce, quella che si sentiva forte a Firenze all’inizio del secolo scorso e che ora manca, è rauca, quasi assente. La voce che manca a noi, quelli che devono segnare il punto di svolta che non arriva mai. Quelli che devono dare uno schiaffo alla decadenza culturale (vera assassina, anzi terrorista, del millennio) e alle generazioni che hanno abbassato i decibel dei loro apparecchi acustici e hanno soppresso la voce, nostra e loro, dietro un mare di indifferenza e apparente comodità borghese. Uno schiaffo al “nemico” che poi nemico non è, ma vittima e carnefice al pari di quanto sia vittima e carnefice l’evoluto uomo occidentale.
Ma questo non è un proclamo interventista, un “Amiamo la guerra!” di papiniana memoria. Come non è una giustificazione moralista. Questo scritto non è niente e rischia di diventare meno di niente. E’ un invito a dimostrarsi davvero evoluti, non lasciarsi andare ad un facile razzismo, che ora sta ancor più premendo per uscire nelle società in cui è già contenuto in potenza (ma nemmeno tanto in potenza). Ora viene il difficile, ora dobbiamo essere bravi: non ricaschiamoci, stavolta potrebbe essere fatale!
Dobbiamo essere bravi innanzitutto a non ascoltare chi parla di “ruspe” e indossa felpe senza senso (magari ‘Made in Taiwan’); bravi e pronti a girare canale quando prendono la scena, anzi danno la scena a pseudogiornalisti/intrattenitori-da-quattro-soldi/servi-del-potere-corrotto e a cercare la VERA informazione. Perché se è vero che il nemico più evidente e facile da individuare si sta formando in casa, gli jihadisti, è altrettanto vero che il nemico più pericoloso, quello più subdolo nascosto meschino, lo abbiamo già in casa.
Il fascismo nasce dall’ignoranza, certo, ma anche dalla disinformazione. Pardon, dall’informazione manipolata, il che è molto peggio. Allora bisogna combattere, sì, ma dall’interno, un nemico ancora più invisibile e scaltro della jihad. Il vero Anticristo, che poi è Antiallah, Antibuddah e antipatico, e che cova proprio in seno alla evoluta e civilissima società occidentale il suo seme infernale. Le bombe sono scoppiate, chi doveva essere difeso si è trovato scoperto, impotente, solo. Chi oggi doveva esserci, chi doveva essere a quest’ora al bar a parlare con gli amici della Francia che ha battuto la Germania o a telefono a spiegare con entusiasmo quanto sono stati fighi gli Eagles of Death Metal, o a consigliare ad un amico quel ristorante cambogiano dove non si mangia poi così male, non può più farlo. Ignoriamo quei poveri fanatici, schiavi penosi, di due sistemi arroganti e sbagliati, quello orientale e quello occidentale al contempo.
Che immagine stiamo dando a chi ci guarda da lassù, ammesso che qualcuno ci guardi davvero da lassù (nel senso che se anche esistesse qualche essere trascendente, avrà voltato da un bel po’ lo sguardo da un’altra parte per non assistere allo schifo)? Ma l’immagine – dicevo – è quella di due bambini che litigano e si fanno i dispetti giustificandosi agli occhi della maestra con la frase fatta “Ha cominciato lui!”. Ora l’Occidente ha l’opportunità più grande: hanno cominciato loro, ok. Finiamola! Dimostriamo al Padre Eterno che si sta stancando di guardare chi è il bambino più maturo, così Gesù Maomento Allah non piangeranno più per noi. Ecco, una maniera più puerile e banale per esprimere questo invito non esiste. Ma, visto che sofismi e ragionamenti contorti da veri intellettuali non sembrano sortire gli effetti sperati, tanto vale provare a toccare le corde sensibili dell’infanzia.
Ma questo è solo un pensiero che cadrà nel vuoto, formulato da un Nessuno che è finalmente riuscito a trovare carta e penna e una piccola porticina virtuale che non ha voce nel vasto mare agitato del web. Un Nessuno che scrive su un piccolo giornale, che forse resterà tale e che non avrà mai la portata dei grandi mezzi di comunicazione. E nemmeno la vuole, perché il suo punto forte (che diventa “debole” nella società del Duemila) è l’autenticità. Quella, Contrordine non la perderà mai. Come milioni di altri piccoli nuclei di informazione vera sparsi per il mondo e che messi insieme potrebbero tornare ad avere la voce necessaria a guidare il cambiamento. Una nuova rivista è possibile, un nuovo movimento capace di condurre l’unica vera guerra di cui abbiamo bisogno: una guerra di ideali. Ma più che di guerra sarebbe corretto parlare di ripianificazione della società mondiale (un’utopia!).
Ma questo fervore domani già sarà svanito, abbandonato come all’indomani della strage alla redazione di Charlie Hebdo. Tante notizie, tanto scalpore, tempo due giorni e di nuovo tutto caduto nel vuoto, come queste parole. Perciò serve aiuto, coerenza e compattezza d’intenti. Per non dimenticare, non solo Charlie Hebdo, non solo l’11 settembre o gli attentati di Parigi; per non dimenticare i bombardamenti che ci sono continuamente in Siria, in Iraq, per non dimenticare le tensioni tra Israele e Palestina, per non trascurare i continui terremoti che neanche riusciamo ad immaginare e che continuano a smuovere una Pangea, quella umana, che stenta a prendere la sua forma definitiva.
Allora, la svolta la volete dai giovani? Bene, scrolliamoci di dosso i vecchi. Ormai è chiaro: siamo tutti incapaci. Come ne I vecchi e i giovani di Pirandello, con i primi che appaiono corrotti in seguito allo scandalo bancario di Roma e i secondi inconcludenti dopo il fallimento dei Fasci siciliani. Allora, se i vecchi o presunti tali vogliono alzarsi – a proposito di sdraiati – bene, sono invitati alla festa del cambiamento. Se i giovani vogliono fare altrettanto e scuotersi finalmente da questo torpore, anche Pirandello sarà pronto a cambiare la trama del suo romanzo.
Ma questo appello cadrà nel Nulla, sta già cadendo e tra poco sarà caduto. Perso in questa pagina virtuale che nessuno è disposto ad aprire, neanche per un secondo. Forse, un giorno il mio pessimismo sarà smentito.
Fino a quel momento è chiaro che #nulestParis