[highlight]Cosa si può realmente trovare al festival e quali sono i messaggi che vuole trasmettere[/highlight]
“Il giro del mondo in 80 giorni”, chi di noi non ha sognato insieme a Jules Verne? Tutti i viaggi che lasciano ampio spazio all’immaginazione sono i migliori perché non deludono mai le aspettative.
Il festival dell’Oriente, a tal proposito, offre l’opportunità a tutti gli appassionati di viaggi di realizzare i propri sogni, permettendo di visitar ben oltre quindici paesi nell’arco di poche ore, il tutto con un po’ di immaginazione. Si tratta di un evento adatto a chiunque, grandi e piccini, appassionati e semplici curiosi, a chi vuole conoscere e scoprire nuove culture ed a chi, molto più semplicemente, preferisce trascorrere una giornata in maniera diversa.
Il festival permette a chiunque vi partecipi di immergersi in un mondo completamente nuovo: uno degli scopi è proprio quello di abbattere la barriera socioculturale che divide l’emisfero ovest dall’emisfero est.
Ciò che cattura maggiormente l’attenzione degli spettatori sono i colori e i profumi che si respirano non appena entrati. Si è completamente catapultati in quei paesi così lontani ed esotici di cui si è soltanto visto tanto attraverso i film o il sentito dire. Atmosfere esotiche, profumi ammalianti, ritmi incalzanti hanno travolto Napoli in un entusiasmante turbinio d’emozioni dal sapore d’Oriente.
Per un attimo ci si dimentica di essere a Napoli e ci si ritrova a camminare fra i mercatini di Bangkok, a visitare i monasteri del Tibet e dello Sri Lanka, ad apprendere il culto del tè, a rilassare nella tenda Berbera in Tunisia, a mangiare Sushi in Giappone e tanto altro.
Tutte le nazioni che hanno partecipato al festival hanno portato con se una parte della propria terra, delle proprie tradizioni a cui si può assistere grazie a cinque palchi sui quali vengono proposti più di 300 spettacoli al giorno per oltre 13 ore di intrattenimento: dalla vestizione leggiadra del kimono al ballo del Cairo in cui un ballerino gira ripetutamente su se stesso, dal ballo thailandese di Pimpa, moglie di Budda, al concerto di tamburi da guerra Taiko. Proprio questo è uno degli spettacoli più visti, esibito dal famoso gruppo dei “Masa Daiko”.
Il festival dell’Oriente, però, non è incentrato solo su tradizioni e folklore dei paesi d’Oriente, ma anche su molti aspetti collaterali legati all’ideologia tipica di questo mondo. Vi è un’intera area dedicata alla salute e al benessere, agli stili di vita e alle terapie volte al raggiungimento ed al mantenimento di benessere ed equilibrio psicofisico. Il benessere in questione non si riferisce soltanto al corpo e alla mente, ma anche all’anima in quanto viene enfatizzato il culto della spiritualità. In quest’area è possibile provare molte tecniche, quali ad esempio i massaggi, in modo del tutto gratuito o con una piccola offerta a piacere.
Dal punto di vista culinario, questo evento offre moltissime alternative, tante da appagare tutti i diversi tipi di palato. Dalla cucina completa a quella vegetariana per finire con la vegana, tutti i vari padiglioni hanno messo a disposizione molteplici idee, facendo in modo che la cucina tipica del loro luogo natio possa conciliare con i gusti di qualsiasi spettatore e non deluda alcuno, anche monetariamente parlando.
Protagonista indiscusso del festival dell’Oriente è la simulazione dell’Holi Festival, una vera e propria festa del colore, tipica della religione induista, che celebra l’amore, la vittoria del bene sul male, l’incontro con gli altri, la voglia di stare insieme, di giocare, di dimenticare i dolori ed amarezze e di elevare il proprio spirito al di sopra delle sofferenza della vita.
Scopo primario del festival è proprio, come detto in precedenza, la distruzione di tutte le barriere che impediscono ai vari popoli di diventare un tutt’uno col cuore e l’Holi Festival incarna alla perfezione le vesti di testimonial di questo messaggio.