[highlight]Un provvedimento nato per regolamentare le situazioni in cui si vengono a trovare le banche in difficoltà, è in realtà una beffa per i risparmiatori.[/highlight]
L’Europa, come è noto ai più, viene vista, dalla stragrande maggioranza dei cittadini, come un qualcosa di lontano, di inutile per la maggior parte dei problemi che si vivono nella quotidianità, e soprattutto per la difficoltà a capire cosa produca per le singole comunità.
A ciò si aggiunga che i parlamentari europei sono percepiti come una entità astratta, lontani dai territori, troppo vasti per essere conosciuti in maniera appropriata, e refrattari a veri e propri contatti con le comunità che li hanno eletti. Di conseguenza i provvedimenti che vengono adottati a Bruxelles e recepiti dai singoli ordinamenti vengono subiti e, spesso, non capiti.
È il caso dell’ultimo provvedimento che riguarda tutti quei cittadini nella loro condizione di risparmiatori. Il provvedimento nasce per regolamentare le situazioni in cui si vengono a trovare le banche in difficoltà e i conseguenti interventi. Ovvero, quando una banca, spesso per errori strategici del management, pagato profumatamente tra l’altro, va in difficoltà, ossia i suoi conti sono pericolosamente in rosso, ed ha difficoltà a rimettersi da sola in linea con i parametri e gli standard previsti, il risanamento deve essere fatto, anzitutto, dai suoi soci e dai suoi azionisti e obbligazionisti. E fin qui tutto normale, in quanto il tutto è nella logica del rischio di impresa.
È normale, cioè, che coloro che detengono quote dell’azienda si facciano carico, così come avviene, quando le cose vanno bene, con il dividendo, degli eventuali ripianamento economici. È nella logica delle cose. Quello che, invece, ha deliberato la Commissione Europea, ed è stato recepito nel nostro ordinamento, dal governo in carica, prevede, anche,che a seguire, se tutto non basta, vi sia l’intervento dei correntisti, con un prelievo forzoso sul loro conto corrente, se la giacenza è superiore ai 100.000 euro.
Insomma oltre al danno (remunerazione quasi nulla), la beffa. Questo provvedimento, a mio avviso cervellotico, dimostra la distanza esistente tra un gruppo ristretto di burocrati e le comunità. Ma dimostra, ancora una volta, quanto la politica, anche europea, sia succube dei poteri economici-finanziari.
Insomma, mi sembra di poter dire che più che l’Europa dei popoli ci troviamo al cospetto dell’Europa della speculazione. E poi la politica si lamenta della disaffezione dei cittadini.