[highlight]Il Presidente Mattarella si sta distinguendo per l’umiltà e per la vicinanza alla gente comune. Peccato per qualche scelta non proprio azzeccata.[/highlight]
Il nostro Presidente della Repubblica, da pochi mesi eletto al Quirinale, si sta caratterizzando, fin dalle sue prime uscite dal Palazzo, e per le dichiarazioni che ne accompagnano i suoi interventi pubblici, come una persona semplice, di poche parole, di comportamenti spartani.
Chi non ricorda la sua visita a Firenze, con il suo prendere un mezzo pubblico, il suo primo viaggio a Palermo, utilizzando un aereo di linea, giusto per dare un esempio. Insomma, un Presidente che vuole, continuamente, mandare un messaggio ad un Paese stremato da una lunga e non finita crisi economica, segnato dall’assenza di una politica di buon livello e da una commistione sempre più evidente tra questa politica sciatta che ci governa e ambienti criminosi che, ormai, sono pervasivi su tutto il territorio nazionale.
L’impressione che Mattarella vuole dare al Paese è quella di un uomo delle istituzioni attento, vicino ai cittadini comuni, a quelli che con altrettanta semplicità e con enormi sacrifici portano avanti la comunità nazionale.
Ebbene, questo Presidente poi che ti fa? Nomina Cavaliere del Lavoro, per meriti, una ex parlamentare, nonché giornalista, la dott.ssa Teresa Armato.
Una persona sicuramente stimabile e stimata, ma che non pare essersi distinta, nella sua carriera di amministratrice della regione Campania, nella sua qualità di vice presidente della provincia di Napoli (nominata e non eletta), né nella sua qualità di parlamentare. Ma al di la della persona e dei suoi assenti meriti, domandiamo: cosa centra questa nomina con gli atteggiamenti su ricordati?
Non voglio fare demagogia, e non ho pensato che i comportamenti di Mattarella ne siano un esempio, ma credo, modestamente, che sarebbe stato molto apprezzato, dai suoi connazionali, il nostro Presidente della Repubblica, se avesse nominato cavaliere del lavoro, ad esempio, uno dei tanti concittadini che hanno speso la propria vita al servizio della sicurezza, o facendo un lavoro cosiddetto usurante. Oppure se avesse gratificato, con tale onorificenza, un valente e proficuo educatore che, lunga una carriera all’interno del mondo della scuola, ha forgiato ed educato ad essere dei buoni cittadini qualche generazione di giovani.
Gli esempi potrebbero continuare e servirebbero a mettere in evidenza quanto sia opportuno che i gesti siano sentiti e non figli di un clima ed un momento storico particolare, come a me sembra siano quelli del cittadino Mattarella. Il Paese ha bisogno di verità e sincerità e di conseguenti limpidi comportamenti. Fare diversamente significa buttare fumo negli occhi e ce n’è già troppo.