[highlight]La sensazionale notizia diramata dalla Nasa della presenza di un pianeta per certi versi identico al nostro ha segnato, nella giornata di ieri, il mondo dell’informazione.[/highlight]
L’agenzia spaziale americana, in una interessante conferenza stampa, ha rivelato i dettagli della scoperta. Anzitutto, è stato il telescopio Kepler ad individuare il pianeta. Kepler fu lanciato in orbita circa 6 anni fa con l’obiettivo di individuare stelle lontane anni luce e, per alcuni aspetti, simili al sole, e con l’eventuale presenza di loro possibili pianeti.
Il nome dato dalla Nasa al pianeta è Kepler 452b. Ha circa 6 miliardi di anni ed è grande una volta e mezza la Terra.
E’ stato localizzato a 1400 anni luce dal nostro pianeta, nella zona denominata “Goldilocks”. Su questo pianeta l’anno dura 385 giorni con alternanza analoga tra giorno e notte. Ha un suo sole che è, però, più vecchio del nostro. La temperatura è più alta di un 10%, ma la vita vi è possibile perché non è esclusa la presenza di acqua.
Insomma un’altra Terra, con tutte le condizioni potenzialmente necessarie per aver ospitato o poter ospitare, a tutt’oggi, una forma di vita.
Secondo il direttore della missione scientifica della Nasa, Jon Grunsfeld, siamo prossimi a poter osservare un pianeta quasi del tutto simile al nostro.
Qualche decennio fa tutto questo apparteneva alla fantascienza che vi costruiva, attorno, storie mirabolanti. Ma tant’è la scienza va avanti e ci porta queste straordinarie sorprese.
Un aspetto particolarmente interessante della scoperta, secondo gli esperti della Nasa, è che lo studio di Kepler 452B, che come è stato detto è più vecchio di un miliardo e mezzo di anni del sole, potrebbe fornire indicazioni sul futuro che è riservato al nostro pianeta.
Soprattutto, secondo gli scienziati, si trova nella cosiddetta “ zona di abitabilità”, un pezzo di cosmo situato alla distanza giusta dalla stella di riferimento del sistema planetario. Distanza che, probabilmente, consente all’acqua di trovarsi alla stato liquido e, quindi, consentire potenzialmente la vita.
Insomma una scoperta importante per il futuro della nostra specie.