[highlight]L’ipocrisia del governo Renzi, che è un dato comune dei proclami e della conseguente attività, viene fuori, in maniera evidente, anche nelle vicende che riguardano la cosiddetta privacy.[/highlight]
L’approvazione del decreto legislativo – quello che disciplina la semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni sul rapporto di lavoro – autorizza, in effetti, le aziende al controllo dei dispositivi tecnologici dei lavoratori: computer, tablet, cellulari e badge dei lavoratori messi a disposizione dalle aziende. E’ uno dei decreti attuativi della riforma del mercato del lavoro, il famigerato Jobs act.
Saranno possibili, in conseguenza di questo decreto, da parte delle aziende dei controlli a distanza su questi dispositivi. La disposizione normativa prevede che i dati raccolti possono essere utilizzati dalle aziende per tutti i fini connessi al rapporto di lavoro, purché il lavoratore sia adeguatamente informato sulle modalità d’uso. Questo decreto riscrive quanto previsto dall’articolo 4 dello statuto dei lavoratori. Come si vede un provvedimento molto invasivo e poco rispettoso della privacy dei lavoratori.
Dall’altro lato si consente al Garante della Privacy di pubblicare un vademecum sui diritti dei consumatori, relative a tutte le attività commerciali e promozionali, unitamente ad un provvedimento con il quale vengono definite nuove regole per la raccolta on line dei dati personali ai fini della profilazione dei clienti/utenti.
Ora è chiaro che una regolamentazione va fatta per consentire ai privati cittadini di non essere, continuamente, vessati da aziende poco serie, come accade spesso a tutti noi, soprattutto con i call center facenti capo ai gestori telefonici. Ma mi sembra che con i provvedimenti su richiamati si sia fatta un poco di confusione e, soprattutto, si è stabilita una differenza speciosa tra chi è già cliente e chi lo può diventare. Oppure che vada chiesto il consenso anche quando l’utente è presente, ad esempio, sull’elenco del telefono (i numeri non iscritti nel registro delle opposizioni).
Mi sembra un esempio di ipocrisia bella e buona che dimostra come si prendono provvedimenti, nel nostro Paese, più per placare il populismo che mettere a posto le cose con discernimento.
E’ la fotografia della condizione del nostro Paese in questo preciso momento storico.