[highlight]Sonorità synth-pop, echi, sensazioni visive ed uditive sperimentali, rese in omaggio all’arte musicale. Questo e molto altro il mondo di Giovanni Conelli. [/highlight]
Napoli, una delle città più antiche dell’Occidente, come la Sherazade de Le mille e una notte, è una donna bellissima, che attrae e seduce , che accoglie chiunque vi arrivi ma preservando i figli della sua terra; in perenne bilico tra sacro e profano, che vive la morte, la venera, la idolatra.
Neapolis spagnola, bizantina, aragonese, normanna, ha visto morire le sue vicine Pompei, Ercolano e Stabia sotto la lava dell’imponente Vesuvio, soffrire, rifiorirle di nuovo. È la Ginestra di cui narrava Leopardi a Torre del Greco, è la bellezza di Sofia Loren, la commedia di Totò e i film di Troisi. Napoli è la città, via Toledo e’ Quartier’ , il Vomero ma è anche la sua estesa provincia, da Bacoli a Pomigliano da Bagnoli a Ottaviano.
Ma Napoli è in particolar modo musica: è la grande voce di Caruso quando cantava “‘O sole mio”, è la musica che ha cantato il popolo, ha raffigurato i mercati del Vomero o quelli di Spaccanapoli, è ‘O surdat nammurat” di Califano, è la tarantella, la storia degli scugnizzi. Ed è proprio in questo terreno cosi fertile che dalla tradizione a nuovi mondi musicali più contemporanei, nascono giovani promesse musicali. Sto parlando di Giovanni Conelli.
Giovanni Conelli è un progetto cantautorale dove la musica si suona per passione, per essenza, per amore. Nasce nel 1993 e a 11 anni imbraccia per la prima volta una chitarra. A 16 anni avverte l’urgenza di scrivere i propri testi: essenziali, evocativi, carichi di citazioni e suggestioni. Dopo le prime release e le esperienze live -tra cui la partecipazione a “Palco Libero”, Rassegna per Artisti Emergenti del Teatro Trianon di Napoli– sceglie di dare una decisa svolta alla propria produzione musicale, realizzando, un lavoro dal sound e dalla poetica del tutto inediti: “Dietro un’onda nell’oceano”.
[quote]La musica di Giovanni Conelli come un unico flusso, un’onda, vi porterà nelle profondità degli abissi, la corrente vi trascinerà in pieno oceano per poi farvi riemergere a Napoli, come suggerisce la copertina dell’ EP con la celebre “Grande onda” del pittore giapponese Hokusai, simbolo di un lavoro discografico fragile ma al tempo stesso minimale. Un’esperienza unica quella dell’ascolto in cui immergersi nuotando da un pezzo all’altro ad occhi chiusi.[/quote]
L’EP si apre con un’intro strumentale che concettualmente anticipa e sintetizza l’intero lavoro: un omaggio essenziale e coinvolgente a “La Tempesta” di Shakespeare. A seguirla arriva il singolo “Oceano”, accompagnato dallo splendido video realizzato da Alessio Avino, regista dei “Die Blaue Blume”. Dall’impeto dell’onda al disfacimento delle rocce, all’erosione lenta, alla fragile bellezza del disfacimento. “Deserti” contiene l’incanto di tre suoni che si sorreggono a vicenda, un ricamo lieve costruito attorno a quello –molto labile– che sembra evocare un campanello da meditazione.
Come un unico flusso, si nuota fino a “L’elettricità”: un tuffo negli abissi, la corrente ci trascina fino a farci riemergere a Napoli. Un omaggio alla sua anima barocca, alla sua bellezza struggente e imperfetta. A chiudere questo lavoro, lo splendido contributo dei Microlux che remixano magistralmente “Oceano”, regalando al brano le atmosfere nordeuropee e la misurata sensualità che caratterizzano la matrice sonora del gruppo.
Nel suo nuovo Ep, Giovanni lavora sulla sottrazione di suoni: le parti strumentali lasciano il posto a computer, synth ed effetti vocali, dando vita a una perfetta fusione tra testi cantautorali e sound elettronici che sorprende per intensità e armonia.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=MrQR2LOEP58]
L’estro dell’astro nascente partenopeo è supportato inoltre, da una giovane casa discografica, la Imaginary Landscape.
Imaginary Landscape è il nuovo progetto di Michele Voltini, il seme di una un’etichetta discografica che nasce dopo un lungo periodo di esperienza come fonico, producer e grafico. Il nome, un doveroso tributo alla genialità di John Cage, e il logo –una sorta di segnale stradale– riassumono l’idea che la musica contenga in sé due nature: quella onirica e quella reale, la leggerezza dell’arte e la solidità della tecnica. Non solo un’etichetta dunque ma un progetto dinamico, pensato per dare corpo alla materia fluida e caotica della musica, ad addomesticarla fino a contenerla in un disco che rispecchi e valorizzi al meglio l’autore che l’ha ideato.
Dallo show live alla registrazione in studio, il nuovo EP, presentato nella sua amata Napoli, con uno showcase in esclusiva al Teatro di Contrabbando, con altre serate a Roma e due date in Germania, il nuovo EP capovolge le convenzioni segnando un nuovo, entusiasmante inizio per la nascente carriera di questo giovane ragazzo.