Come fare un’ottima prima impressione

[highlight]Perché la prima impressione conta, eccome.[/highlight]

Si può essere più o meno d’accordo, ma quando si incontra per la prima volta una persona la prima impressione è da sempre un elemento determinante, capace di condizionare le future relazioni con essa. A pensarci bene la nostra società è fortemente legata alle impressioni, perché l’abito forse non  farà il monaco, ma non ci va nemmeno troppo distante. Crudele e superficiale? Molto probabilmente sì, un probabilmente che però è quanto mai realtà e ci condiziona, ci segna, ci fa agire di conseguenza.

Se vi state già sentendo in colpa vi do una mano: nella maggior parte dei casi è puro inconscio, un atteggiamento che nasce involontariamente e a cui è difficile sottrarsi. Unico rimedio il tempo: spesso servono infatti mesi, se non anni, per ribaltare un opinione nata dall’impressione di un primo incontro.

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Come qualunque elemento importante non va quindi sottovalutata. Proviamo insieme a capire come lasciare sempre un’ottima prima impressione.

Saper ascoltare

Ascoltare, quale miglior dimostrazione di interesse e rispetto nei riguardi di una persona? Chi ascolta (davvero) riesce a porre l’interlocutore al centro dell’incontro, annullando egoismi e barriere perché non sia mai questione di solo IO, ma di TE. Impressionerete per educazione e disponibilità, acquisendo, tra l’altro, informazioni sull’altra persona utili per futuri incontri.

Quindi orecchio pronto e occhi dritti su chi parla, così da aumentare ancora di più il grado di empatia.

Sorridere

Banale, forse semplicistico, ma il sorriso resta uno dei più potenti mezzi per creare sintonia e dimostrare affinità. Impegnatevi, non sforzatevi, si vedrà e rischierete di ottenere il risultato contrario. Un sorriso finto si fa notare ed è quanto più di fastidioso possa capitare sulla terra, un misto tra disinteresse, finzione e scherno. Non il caso vero?!?

Utilizzare di frequente il nome dell’interlocutore

Se c’è una cosa che ho imparato nella vita è che quasi mai ci si ricorda il nome di qualcuno quando questo si presenta. Non c’è una ragione precisa, ma puntualmente accade. Un’assioma che non conosce smentita: il cielo è azzurro, il ghiaccio freddo, Michael Jordan il miglior cestista di sempre e non si riesce a ricordare il nome quando qualcuno si presenta. Unica soluzione impegno, tanto impegno.

Accettato questo proviamo ora ad immaginare quanto faccia piacere al proprio interlocutore essere chiamato per nome durante la nostra prima conversazione. Non solo perché dimostra attenzione e volontà di metterlo a suo agio, ma ancor di più perché ci saremo sforzati (immensamente) di ricordarcelo.

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Umorismo sì, ma con parsimonia

Essere simpatici aiuta sempre a fare bella impressione. Far ridere è una qualità innegabilmente apprezzata, ma come tutto l’eccesso non è mai una virtù, anzi. Stiamo pur sempre approcciandoci con una persona sconosciuta ed eccedere con le battute potrebbe farci passare da simpatici a buffoni in un attimo, regalandoci l’etichetta di “persone poco serie”.

Rompiamo il ghiaccio, non la nostra raccomandabilità.

Il vestito conta, l’apparenza pure

So già che stai storcendo il naso ripetendoti che “io sono così, prendere o lasciare”. Verissimo. Nessuno ti chiede infatti di cambiare o fingere di essere ciò che non sei.
Ma è comunque fondamentale tenere sempre presente che la nostra immagine è la prima cosa che passa, sempre. Attenzione quindi.

5) Aver ragione non sempre paga

Ricordiamoci sempre che stiamo instaurando relazioni e non intraprendendo una guerra ideologica. Rinunciamo quindi alla necessità di avere in ogni caso ragione. Dimostra scarsa disponibilità, arroganza e assenza di volontà nel confrontarsi.
Nessuno ti chiede di rinunciare alle tue cause, ma solo di essere accomodanteAbbi pazienza, per aver ragione c’è tempo.

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