[highlight]Pochi consigli per creare una lista di tracce assolutamente irresistibile.[/highlight]
Ci sono alcuni punti da seguire prima di creare una playlist. Nella giungla che è oggi il mondo della musica, tra discografia digitale, streaming, iPhone che reperiscono “laqualunque” in qualsivoglia momento grazie all’ausilio di internet, dj idolatrati come vere e proprie star, simbolo di una nuova era musicale (per intenderci quella dell’ elettronica in tutte le sue forme), che si è oramai stanziata nell’odierno tempo, è assai difficile indirizzare i propri gusti per un genere definito di sonorità; ancora più arduo si prospetta dunque l’oneroso compito di stilare una playlist di tracce che sia veramente valida.
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Con alcuni semplici passaggi da seguire, è possibile non solo creare un insieme indefinito di qualunque tipo di canzone, ma realizzare una vera e propria signora playlist.
Contesto
Prima di tutto bisogno tenere bene quale sarà il fine della playlist, dunque il contesto: non ci sono canzoni adatte ad ogni circostanza.
La compilation per la palestra o fare jogging non può che differire radicalmente da quella per guidare di notte o per le fughe romantiche.
Da tenere a mente: la compilation sbagliata può funestare anche i momenti più belli!
Tenete dunque bene in mente che tipo di musica inserire: se si vuole compilare una lista di canzoni ballabili, e quindi spaziare dalla dance più trash alle odierne trance, synth-pop o new techno, oppure una playlist strappalacrime con per esempio la miglior Cindy Lauper con la sua roca True colors che, in fondo, ci fa sempre tenerezza.
Hit o brani sconosciuti
Qualunque sia il genere di musica scelto, la parola d’ordine è informarsi! Hit oppure brani splendidi ma sconosciuti: le compilation a base di canzoni note sono sicuramente più accessibili ed immediate.
Ma c’è anche una scuola di pensiero secondo cui le compilation più inriganti sono quelle che scavano nei repertori degli artisti meno famosi, oppure tra le gemme nascoste di band e cantanti molto conosciuti.
Certo, i pezzoni evergreen da repertorio fan sempre comodo e rappresentano senz’altro quella comfort zone nella quale ci rifugiamo nei momenti di dubbio, ma variare, scegliere nuovi mondi musicali, farsi consigliare su artisti magari non conosciutissima ma non per questo non validi, non ha mai fatto regredire nessuno, anzi! “Stay hungry , stay foolish”.
Destinatario
Tra fare una compilation ad uso personale ed una per la fidanzata od un caro amico c’è una differenza abissale. Nella compilation personale il raggio d’azione è quello dei propri gusti. In quella per la fidanzata o l’amico è indispensabile abdicare allle proprie inclinazioni.
Obiettivo della compilation è regalare buone vibrazioni all’altro. A tua nonna non piacerà una compilation delle tue canzoni death metal preferite, ma potrebbe gradire molto una selezione di brani jazz di quando era giovane.
La bozza
L’unico approccio sbagliato alla compilation è “buona la prima”: prima di arrivare alla tracklist definitiva si va per tentativi, magari mettendo in fila decine e decine di brani per poi arrivare alla scrematura finale.
Ordinare le tracce, la vera anima del mixtape
Pensa alla tua compilation nella sua interezza. Non vorrai che chi l’ascolta si annoi o mandi avanti delle canzoni. Inizia da canzoni in grado di attirare chi ascolta e catturare la loro attenzione. Se vogliamo puntare sull’evergreen Satisfaction dei Rolling Stones sarebbe un’ottima garanzia per una decisa opener, oppure in una tracklist più contemporanea come non iniziare con un brano del bravo e oggi conosciuto dj Avicii.
Insomma, importante è raggruppare le canzoni che hanno ritmi simili, spostarsi gradualmente verso brani più veloci o più lenti e Concludere la compilation con il pezzo forte, la canzone che pensi possa essere più significativa, soprattutto se stai creando una playlist a tema o con un messaggio.
La scelta del nome
Può essere il verso o il titolo di una canzone, ad esempio «Blowin’ In The Wind»; può essere una parola come ad esempio «pomeriggio», oppure contenere una dedica. Può essere assolutamente didascalico come «Le mie canzoni preferite del 2014».
L’importante è che la vostra scelta sia coerente con il contenuto, il grado di creatività lo decidete voi. Certo, non è un dettaglio.
La compilation ha un sapore più personale se il titolo è scelto ad hoc dal compilatore.
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Personalizzare
Last but not least, ultima chicca da seguire se si vuole davvero lasciare il segno con una playlist fatta davvero bene è quello di essere se stessi e seguire comunque il proprio istinto. Non cercare a tutti i costi di essere trendy.
Non mettere un brano, senza nemmeno averlo ascoltato, solo perché su Spotify te lo consigliano. E’ la tua compilation: il tuo giudizio personale conta sempre più di tante classifiche.
Patti Smith cantava, in Horses: «deep into the sea of possibilities». Fate la vostra scelta, siate liberi di lasciarvi inondare piacevolmente dal mondo musicale, ma fate sempre la vostra personale scelta, non sbaglierete.