Cosa sono TAN e TAEG

[highlight]Due parole che leggiamo ovunque, ma cosa significano? Scopriamolo insieme.[/highlight]

Sempre più spesso si ricorre allo strumento dei finanziamenti; accanto al convenzionale mutuo per l’acquisto di una casa è ormai di prassi ricorrere alla dilazione del pagamento per quasi tutti i beni durevoli e servizi che, a volte con discutibile urgenza, ci necessitano. 

La  domanda di prodotti finanziari per accedere a beni e servizi resta sempre elevata ma non tutti sono in grado di discernere la reale convenienza di un’operazione. L’analisi dei due indici di riferimento, il TAN ed il TAEG, si rivela fondamentale per determinare il reale costo che si affronterà per accedere all’elargizione del capitale richiesto.

Prendere il denaro in prestito, per poi ovviamente restituirlo, ha un costo regolamentato dalla Banca d’ Italia che trimestralmente pubblica i tassi applicabili dagli istituti eroganti ai diversi prodotti finanziari inderogabilmente vincolati a rispettare le soglie di usura prestabilite.

Non sempre però è di facile individuazione il costo effettivo di tali operazioni.

La pubblicità ha reso familiare il termine TAN (Tasso Annuo Effettivo) che in realtà rappresenta solo il punto di partenza di un calcolo più articolato che , pertanto, può facilmente indurre in errore.

Si rende necessario quindi specificare di cosa si tratta ed affiancarci il concetto di TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) per dotare il consumatore degli opportuni strumenti di comparazione e valutazione.

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TAN

Il TAN (Tasso Annuo Nominale) è il tasso di interesse puro che gli Istituti di credito applicano su di un finanziamento. Esso tiene conto dell’entità del capitale richiesto, della durata del piano di ammortamento (arco di tempo entro il quale avverrà la restituzione del finanziamento) e del costo del denaro.

È l’indice che genera la voce “interessi” determinando il “costo puro”  che maturerà sul capitale prestato. La maggior  parte dei clienti erroneamente individua il costo finale dell’operazione proprio in questa voce credendo che il montante da restituire, e cioè la cifra che si ricava moltiplicando il numero delle rate per l’ importo della singola rata ( es. 120 x 318,00 € = 38.160,00 €) , sia pari alla somma del capitale e degli interessi dovuta.

Niente di più sbagliato. Occorre quindi imparare a leggere bene i contratti prima di sottoscriverli e non farsi prendere dalla fretta a cui induce la necessità.

TAEG

Il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) o ISC (Indice Sintetico di Costo o Indicatore Sintetico di Costo) ci fornisce invece un’informazione puntuale circa il reale costo dell’operazione di finanziamento.

Accanto all’aggravio conosciuto con il termine interessi ogni azione finanziaria prevede dei costi aggiuntivi quali commissioni, spese di incasso, oneri assicurativi, costi inerenti all’invio di informativa periodica ecc.

Tutti questi verranno ripartiti nell’ arco di tempo stabilito per la restituzione del capitale e contribuendo così a determinare la rata finale che il cliente/debitore dovrà onorare .

L’ enorme valenza del TAEG ha fatto sì che in nome del principio della trasparenza il CICR (Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio) abbia emesso nel 2003 una delibera che demandava alla Banca d’Italia il compito di individuare le operazioni e/o servizi che richiedevano la necessità della sua segnalazione.

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Diretta conseguenza della differenza tra i due indicatori  è  la possibilità che due operazioni che applicano lo stesso TAN possano, in termini di vantaggio, essere di gran lunga differenti o, addirittura, che pur  partendo da un tasso d’interesse inferiore ci si trovi di fronte ad una proposta più svantaggiosa in termini di costo finale.

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