[highlight]Ne abbiamo parlato con Rosa Casillo, aspirante stilista [/highlight]
La grande crisi degli ultimi tempi ha messo a dura prova il mondo del lavoro. Uno dei pochi settori ad non essere stato travolto è quello della moda, grazie al Made in Italy, celebrato in tutto il mondo da anni per merito dei big del settore.
Per i giovani, però, non è così facile inserirsi in un settore che non valorizza molto gli emergenti. Per cercare di capire e approfondire questa delicata situazione, affrontiamo il problema con la giovane e aspirante stilista Rosa Casillo.
Qualsiasi ragazza sogna di aver bei vestiti e di seguire sempre le inclinazioni del momento per essere cool. Cosa, secondo te, spinge a creare tendenze?
Il creare una tendenza deriva dalla voglia di innovazione continua e dal desiderio costante di voler stupire il consumatore, anche se con il passare del tempo si tende tenere il passato come un modello di riferimento e a “reinventarlo” piuttosto che a creare qualcosa di innovativo.
Tu hai studiato Fashion Design presso l’ISD (Istituto Superiore di Design) di Napoli. Questo tipo di studi quanto ti ha preparata ad affrontare il campo lavorativo? Hai dovuto seguire dei corsi di approfondimento?
Negli istituti viene data una preparazione sulla storia del costume e della moda e per quanto riguarda la parte del disegno, da questo punto di vista l’ISD è la migliore scuola, tuttavia ciò che si impara sul campo è completamente diverso perché il mondo della moda ti offre una visione delle cose del tutto stravolgenti e stravaganti. Fare ulteriori corsi, che si tratti di specialistiche o di master o altro, è sempre utile per una propria formazione, ma purtroppo non ho avuto modo di continuare gli studi perché mi si è presentata un’opportunità lavorativa ancor prima di terminare gli studi della triennale.
Ha avuto modo di dare libero spazio alle proprie fantasie creative all’interno delle opportunità che le si sono presentate?
Quando si lavora per un’azienda di moda non sempre si ha la possibilità di esprimere se stessi, anzi, bisogna rispecchiare il marchio di cui si cerca di portare avanti il nome, non lo si può stravolgere completamente. Soltanto nel caso in cui si abbia l’occasione di avere un firma propria si può dare libero sfogo alla fantasia seppur con qualche limite; ognuno sa che creare qualcosa che non rispecchi gli standard del mercato potrebbe condurre a una vendibilità scarsa. Oggigiorno avere il “pezzo di carta non basta”, in questo mestiere ci vogliono passione, fortuna ed esperienza, la quale molto spesso viene a mancare per le poche opportunità lavorative presenti.
È difficile che l’Italia possa uscire in tempi brevi da questa crisi. Lei come vede il suo futuro e quello di altri aspiranti stilisti? Crede che sia necessario trasferirsi all’estero per trovare lavoro e affermazione nel mondo della moda?
La prima risposta secca che mi viene da dare è che il mio futuro appare tragico! Trovare un lavoro in questo campo è difficile, ma lo è ancora di più qui al sud dove il mondo della moda rimane ancora quasi inesistente. I miei progetti prevedono un trasferimento al nord per il momento, ma se potessi avere una proposta di lavoro dall’estero mi sposterei subito dall’Italia. Purtroppo questa crisi ci sta consumando e sono troppi i giovani che rimangono senza far niente, sia per quanto riguarda gli aspiranti stilisti che gli altri, per questo motivo il mio consiglio è quello di andare via da qui.
Grazie mille per il tempo che ci hai dedicato e in bocca al lupo per il tuo futuro sia professionale che non!
Grazie mille a voi per avermi concesso l’opportunità di parlare della mia esperienza.