[highlight]A Natale siamo tutti più buoni? E chi l’ha detto? Ma soprattutto, perché dovremmo?[/highlight]
Ebbene ci risiamo, tra pochissimi giorni è Natale. La sventura (ahinoi!), non si circoscrive al 25 dicembre ma si estende a tutto quel periodo, ogni anno più vasto, conosciuto con l’ingannevole appellativo di “Feste”.
A ben vedere ci sono almeno 10 validissimi motivi per odiare il Natale, e vogliamo condividerli con voi.
1) Non puoi sfuggire al Natale
Che tu sia ateo, santo o bestemmiatore, non riuscirai mai a sottrarti del tutto al clima natalizio; ti circonderà, si insinuerà nella tua casa, si impossesserà dei tuoi cari e meno cari, anche degli insospettabili, e ti toccherà almeno una volta pronunciare il fatidico Buon Natale.
2) La gara dell’albero
Le donne quando si tratta di diamanti e di alberi esibiscono un atteggiamento adolescente e maschilista. Di solito sono loro, spesso utilizzando pretestuosamente i propri pargoli, ad occuparsi di addobbare l’abete. Ed è tutto un gareggiare sulle dimensioni – la leggenda parla di alberi la cui istallazione ha richiesto interventi strutturali affinché potessero attraversare diversi piani del fabbricato – sulla fantasia degli addobbi, sull’entità dello stupore provocato nei propri cari, sulla potenza dell’impianto di illuminazione e sulla distanza massima raggiunta dai raggi luminosi. Praticamente un’ autocelebrazione della propria prestazione.
3) A Natale siamo tutti più buoni
Perché? Chi lo ha deciso? È stato indetto un referendum ed è stato raggiunto il quorum? A Natale chi è buono resti buono e chi è cattivo se ne assuma le responsabilità. E poi ci sono quelli che sono nati buoni (leggi fessi) e magari hanno impiegato a diventare se non cattivi almeno un po’ stronzi, cosa dovrebbero fare? Vanificare tutti i loro sacrifici?
4) L’inganno della tredicesima
La tredicesima (per chi la percepisce) altro non è che un gioco di prestigio per attutire il colpo; tra tassazione, regali e regalie a Natale siamo tutti più poveri. Per quelli che non la percepiscono, poi, rappresenta un vero e proprio svantaggio competitivo.
5) Dopo Natale siamo tutti più grassi
Una delle conseguenze più deleterie del punto 1 è che a soli tre mesi dagli ottimi propositi settembrini si è psicologicamente costretti a sottoporsi ad inevitabili sedute a tavola che spesso terminano solo per sopraggiunto collasso dei commensali e, più subdolamente, a continue tentazioni e conseguenti cedimenti culinari. Studi rivelano che mai nessuno ha superato il succitato periodo conservando il peso faticosamente conquistato in precedenza.
6) Nei supermercati non si vendono più gli yogurt
A supporto del precedente punto, onde evitare che qualcuno dotato di una particolare forza di volontà si sottragga all’ingrasso collettivo, negli esercizi commerciali non si trovano più gli yogurt. Vengono proposte in alternativa deliziose mousse al pandoro e cioccolato, coppette alla crema pasticcera e canditi, confezioni di creme caramel che all’apertura suonano Jingle Bell, ma non un solo goccio di yogurt. Ma se a qualcuno semplicemente piacesse?
7) I fratelli più piccoli e cattivi dei regali: i pensierini
Un regalo, nel senso classico del termine, è qualcosa di pensato destinato ad una persona cara in occasione di una circostanza da celebrare. Cosa sono i pensierini? Quella marea di inutilità scelte a caso e sempre a caso collocate per dimostrare che non ci si è dimenticati di nessuno. Indiscrezioni parlano di cumuli di pensierini secretati e pronti a colmare dimenticanze e/o a ricambiare l’ inaspettata ricezione, a propria volta, di un petit cadeau. Essi sono tra i principali indiziati dell’impoverimento illustrato al punto 4.
8) Natale vs gratificante shopping compulsivo
Provate ad esternare il desiderio di un acquisto durante il succitato periodo. Sarà tutto un “Ma magari te lo regalano” , “Guarda non vorrei rovinarti la sorpresa ma mi sembra che ci ha già pensato tizio/a” fino al classico “Ma ti conviene? Tra un po’ mettono i saldi” . Ok avete vinto!
9) Parenti serpenti e Natale con i tuoi…ma i suoi?
A tutti ( punto 1 docet) toccherà incontrare parenti che nel migliore dei casi non si conoscono neanche, ma anche quelli nei confronti dei quali si intenterebbe volentieri un’ azione di disconoscimento. Ma poiché al peggio non c’è mai fine, anche se lo si addobba, si pone per le coppie la questio della divisione delle festività; esistono in alcune famiglie previdenti delle matrici sviluppate da qui all’eternità ma, da qualche anno si rileva anche la tendenza, dopo la diffusione delle vacanze separate, alle feste separate così ognuno si sorbisce i propri e poi si litiga a casa.
10) Natale social
E infine, come se non fosse sufficiente la propria tragedia, ecco i social a renderci partecipi del Natale altrui con tutti, ma proprio tutti, i particolari e i dettagli. Cosa che ci rende felici come l’antica usanza di recarsi a casa dei novelli sposi a vedere il filmino del matrimonio che dura quanto la Corazzata Potëmkin.
Ma in fondo, come quasi sempre nella vita, basta cambiare prospettiva. Natale è in realtà il giorno più bello dell’anno perché il più lontano dal Natale successivo.