[highlight]Lo storico Stadio di Napoli riapre dopo la chiusura decisa lo scorso 29 novembre[/highlight]
È di ieri la decisione di riaprire parzialmente lo Stadio Collana chiuso il 29 novembre scorso su decisione della Regione Campania, proprietaria dell’impianto, a seguito della caduta di alcuni calcinacci.
[quote]Proseguono i lavori per consentire il completamento degli interventi di messa in sicurezza anche delle restanti parti e restituire alla cittadinanza e agli atleti l’intero complesso sportivo[/quote]
dichiara l’assessore regionale al Demanio e Patrimonio Ermanno Russo, che aggiunge
[quote]Siamo fiduciosi che in sette-dieci giorni anche le restanti parti del complesso potranno essere riaperte[/quote]
Lo Stadio Collana – nome scelto in onore del giornalista sportivo e socio fondatore dell’attuale Unione Stampa Sportiva Italiana, Arturo Collana – collocato nel cuore del quartiere Vomero, oltre ad essere probabilmente il più importante centro polisportivo della città, è depositario di un importante pezzo di storia.
L’allora Stadio XXVIII Ottobre fu fondato alla fine degli anni venti e divenne campo ufficiale del Napoli per la stagione 1933 /34 , sostituendo l’Ascarelli allora in ristrutturazione. Tale coincidenza di eventi fece sì che ospitasse la Coppa del Mondo disputata in Italia proprio nel 1934.
La struttura sportiva ha rivestito un ruolo cruciale anche nella storia civile della nostra città.
Fu infatti requisito dalle forze armate tedesche e designato dalle SS come luogo di raccolta dei napoletani da deportare in Germania. La reazione popolare che ne derivò dette luogo alle “Quattro giornate di Napoli”, episodio che viene celebrato dal nome assegnato alla piazza sulla quale lo stadio si affaccia.
Ribattezzato “Stadio della Liberazione”, nel dopoguerra assurse nuovamente agli onori della cronaca nel 1946 per il crollo di parte di una tribuna avvenuto durante la partita Napoli – Bari; l’esuberante esultanza dei tifosi probabilmente dette il colpo di grazia ad un già equilibrio precario. Il bilancio fu di 114 feriti.
La storia dello stadio vomerese e quella della Società Calcio Napoli si sono costantemente incrociate fino al 1959 quando fu inaugurato a Fuorigrotta lo Stadio San Paolo.
Completamente ristrutturato negli anni settanta, la struttura mostra inevitabilmente i segni di usura; la pista di atletica già da tempo è poco praticabile, gli spogliatoi, fino a poco fa indecenti, sono stati ristrutturati a proprie spese dalla Carpisa Calcio Femminile, che cura anche la manutenzione del campo di calcetto da lei stesso finanziato e che viene però utilizzato anche da altre società.
La concessione al Comune di Napoli è stata prorogata fino a dicembre, il bando per i lavori di ristrutturazione, indetto dalla Regione Campania lo scorso ottobre è stato bloccato proprio su richiesta dell’amministrazione di Palazzo San Giacomo.
La struttura ospita, oltre alla pista di atletica, palestre, una pista di pattinaggio, una piscina e un tennis club. È comprensibile che sia frequentato da molteplici società sportive, nonché da privati che possono così accedere a costi contenuti a diverse discipline sportive.
Per quanto mal ridotta ed innegabilmente fatiscente, lo Stadio Collana ha rappresentato fino ad oggi l’unica valida alternativa alle strutture private.
C’ è da auspicarsi che gli interessi di parte non danneggino, come spesso accade, i fruitori ed i cittadini, e la chiusura che appare forzata quanto improvvisa si riveli un’occasione per riportare la struttura agli antichi fasti, o che quanto meno la stessa venga restituita alla città in condizioni che ne permettano un’ottimale fruizione.