[highlight]Il giornalista e critico musicale rende omaggio al padre del Napolitan Power[/highlight]
Non poteva esserci presentazione più involontariamente accattivante del libro “Mario Musella un nero a metà” di quella tenuta dal suo stesso autore, il giornalista e critico musicale Carmine Aymone.
Chi lo conosce dai tempi del liceo ( lo storico G.B. Vico) ricorda che la passione per la musica è stata parte integrante della sua vita da sempre e proprio questa conoscenza viscerale della materia fa si che la padroneggi con maestria e accompagni per mano l’ascoltatore attraverso aneddoti e ricordi.
Complice l’atmosfera della sede napoletana dell’ A.S.C.I. (Associazione Cinema Italiana), l’autore ha ripercorso le tappe salienti della carriera, inscindibile dal suo percorso di vita, del musicista Mario Musella, uno dei padri fondatori del movimento conosciuto come “Napolitan Power”.
Nei primi anni sessanta, infatti, insieme a James Senese dette via a quel processo di fusione tra il blues, il jazz e la melodia partenopea che sarebbe poi sfociato in un filone portato avanti sino ai giorni nostri da artisti del calibro di Pino Daniele e Enzo Avitabile.
Musella e Senese sono entrambi “figli della guerra”, di madri napoletane e padri americani giunti a Napoli con le truppe statunitensi; i ritmi americani albergavano nel loro dna.
Carmine Aymone è bravo ad intervallare i racconti e le note, perché sarebbe impensabile parlare di Musella senza far ascoltare la sua musica.
Al libro è allegato un CD che contiene sette celebri brani dell’artista napoletano, ma è alle parole di Pino Daniele che viene affidato il congedo di quello che si è rivelato più un incontro tra amici che una presentazione formale.
[quote]Il feeling è sicuro. Quello non se ne va. Lo butti fuori in ogni momento. E tutta la vita sai di essere un nero a metà. [/quote]