[highlight]Il rapporto Greenitaly mette in evidenza il ruolo della green economy nell’economia italiana.[/highlight]
Il rapporto, stilato annualmente da Unioncamere e dalla fondazione Symbola, è una fotografia della realtà produttiva italiana che ha scommesso sull’innovazione e sulla ricerca nel settore della green economy.
Numeri alla mano, viene evidenziato come il settore dell’economia sostenibile stia producendo risultati utili a rilanciare la competitività del nostro Made in Italy. Le aziende che hanno investito in tecnologie con basso impatto ambientale sono 341.500, con un impatto economico pari a 101 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 10,2% dell’economia nazionale.
Questo produce, chiaramente, anche una ricaduta sul piano occupazionale. Nel nostro Paese, infatti, già oggi vi sono circa 3 milioni di persone occupate che applicano competenze “verdi”. Una cifra decisamente interessante e destinata, comunque, a salire.
Secondo il rapporto sono previste da qui ad un anno più di 230.000 assunzioni nel settore, con un trend di crescita impressionante. Al momento, malgrado la crisi, più di un’azienda su cinque ha scommesso sull’economia verde, un dato sorprendente, che riguarda tutti i settori produttivi della nostra economia, da quella agroalimentare a quello edile, dalla chimica, all’higt tech. Nel settore manifatturiero, addirittura, la percentuale è ancora più alta, si parla di un’azienda su tre orientata verso la green economy. Queste aziende, dopo aver operato la scelta, sono più forti sul mercato estero, con un evidente aumento del fatturato.
Le aziende di questo comparto sono diffuse in modo abbastanza uniforme in Italia, in prevalenza nel nord del Paese, dove sono situate circa il 50% delle aziende del settore; il sud batte il centro in questa classifica, con 94.000 aziende contro le 65.000 del centr’Italia. Le ricadute occupazione, di conseguenza, seguono questo schema geografico, con una maggiore richiesta di personale al Nord, seguito dal Sud e dal Centro.
La crescita del settore le previsioni rosee di sviluppo nel prossimo futuro si traducono in un aumento considerevole di richieste di personale specializzato nel settore. A Milano sono programmate, ad esempio, 8000 assunzioni, in provincia di Roma 4700, a Torino quasi 3300 e 1500 a Napoli.
Numeri di tutto rispetto, che, malgrado la crisi, fanno risaltare il valore della formazione come requisito indispensabile per giocarsi l’inserimento in un settore in continua e crescente crescita.