[highlight]Ieri sera al Palapartenope di Napoli Nicolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè non si sono risparmiati ed hanno regalato al loro pubblico una serata e uno spettacolo densi di emozioni e di allegria[/highlight]
Se ci sono talento e umiltà non è difficile dividere un palco, anzi la condivisione diventa un’ottima occasione per dar vita ad uno spettacolo originale e divertente per gli stessi interpreti.
Questo è accaduto ieri sera al Palapartenope, tappa napoletana del tour del trio composto da Nicolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè.
Tre artisti dal percorso parallelo le cui strade si sono spesso incrociate, per motivi anagrafici e di scelte musicali, fino alla decisione di dar vita ad uno concerto a tre voci e sei mani.
Musicisti poliedrici, parolieri arguti, showman eclettici che hanno saputo trasformare la loro esibizione in una serata allegra in cui si percepiva che tra coloro che calcavano il palco e gli spettatori la distanza era davvero solo fisica.
Tutti e tre hanno saputo fare un passo indietro, nessuno ha cercato di prevaricare sugli altri o ha manifestato atteggiamenti da prima donna. Insieme hanno percorso la loro storia musicale e di vita interpretando e, in qualche caso, reinterpretando i successi che hanno segnato le rispettive carriere.
Tre ragazzi “diversamente giovani” hanno condiviso con un pubblico coetaneo allegria ed emozioni, complici una scenografia perfetta perché mai sovrastante, e il contributo dei musicisti che li seguono da sempre.
[quote]Ci siamo portati i nostri migliori amici, che sono anche i migliori musicisti[/quote]
Accolti con calore hanno ricambiato non risparmiandosi, ed anche nella breve pausa che si sono concessi, prima del gran finale, non hanno lasciato il loro pubblico a digiuno di emozioni regalandogli la proiezione della “preghiera del clown” di Totò interpretata da un intenso Valerio Mastrandrea .
Uno spettacolo bello, allegro ed emozionante che non ha per fortuna risentito dei soliti problemi di acustica della struttura.
Se ci sono state note stonate non ce ne siamo accorti