[highlight]Sorpresa, il lavoro esiste: circa 35.000 posti di lavoro che nessuno cerca [/highlight]
Un’indagine svolta qualche mese fa dalla fondazione studio del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro ha messo in evidenza, ancora una volta, la schizofrenia che caratterizza il mercato del lavoro nel nostro Paese. Da una parte una disoccupazione, soprattutto giovanile, che ha toccato e superato percentuali a due cifre, siamo, infatti, al 12,3%, dall’altra opportunità di lavoro che nessuno cerca e che, stranamente, nessuno vuole.
Questo è quello che si definisce un “paradosso”: una disoccupazione giovanile alle stelle – nella fascia di età dai 15 ai 24 anni è pari al 43,7% – e imprese, di diversi settori produttivi, che hanno evidenti difficoltà a reperire alcune figure professionali (ne abbiamo parlato anche qui).
Gli introvabili
L’indagine si riferisce al primo trimestre del corrente anno, e mette in evidenza la difficoltà a coprire circa 35.000 posti. Le figure più difficili da trovare sono: commessi (5.000), camerieri (2.400), parrucchieri ed estetiste (1.900), informatici e telematici (1.400), contabili (1.270), elettricisti (1.350), meccanici d’auto (1.250), tecnici della vendita (1.100), idraulici e posatori di tubazioni (1.100), baristi (1.000), infermieri (10.000), pizzaioli (6.000). Sostanzialmente mancano alcuni lavori manuali, i cosiddetti “posti in piedi”, ma mancano, anche, circa 230.000 specialisti in informatica, TLC e nelle professioni legate all’e-business.
È tempo di riflettere
Nel 2015 la domanda di lavoratori specializzati in questo settore sarà di poco più di 400.000 unità. Inoltre, mancano professioni legate al settore “cura alla persona e salute”. Infine il 36% delle aziende del nostro Paese trova difficile reperire sul mercato del lavoro qualificate figure professionali, soprattutto nel campo dell’ingegneria, nei settori amministrativo, finanziario e commerciale.
Questa situazione comporta, necessariamente, uno studio opportuno sulle criticità di un mercato del lavoro che non corrisponde quasi mai alle reali esigenze del sistema.
*Analisi realizzata dall’Agenzia per il Lavoro C.I.S.F.A.P. S.r.l.