[highlight]Moni Ovadia, Seun Kuti e lo spettacolo “Donne d’Oriente” in scena alla Mostra d’Oltremare.[/highlight]
Dopo il concerto d’apertura con il new trio del cubano Omar Sosa e l’esibizione dei siriani Dervisci Rotanti di Damasco con l’ensemble di musica classica araba Al-Kindi, proseguono gli eventi in programma alla Mostra d’Oltremare con “In Diverso Canto”.
La rassegna, ideata da Gigi Di Luca e organizzata da La Bazzarra per il Forum Universale delle Culture di Napoli e Campania, presenta, da sabato 18 a lunedì 20 ottobre, tre spettacoli che uniscono suoni, rituali, racconti, musiche e danze di matrice popolare.
Moni Ovadia
Si inizia il 18 ottobre con Moni Ovadia: il drammaturgo, scrittore e cantastorie originario di Plovdiv con la sua Stage Orchestra presenta il recital “Senza confini. Ebrei e zingari”. Un concerto-spettacolo fatto di racconti e sonorità klezmer, di storie rom e melodie dell’est Europa. Un viaggio musicale attraverso la spiritualità e l’incontro tra genti e culture diverse, ad evidenziare la condizione del popolo rom e sinti come vero e proprio paradigma dell’esilio, che fa dell’abbattimento dei confini – geografici e culturali – il senso dell’esistenza. Ad accompagnare Moni Ovadia sul palco del Teatro Mediterraneo Albert Florian Mihai alla fisarmonica, Paolo Rocca e Ennio D’Alessandro ai clarinetti, Marian Serban al cymbalone Isak Tanasache al contrabbasso.
Seun Kuti
Domenica 19 ottobre, invece, Seun Kuti porta sul palco allestito all’esterno dell’Arena Flegrea sonorità tipiche della più ricercata black music, fatta di ritmi incalzanti, new soul, rap, calypso, funk e testi battaglieri. Il figlio minore del “Black President” Fela Anikulapo Kuti – rivoluzionario musicista e attivista nigeriano, inventore dell’afrobeat e unanimemente considerato come uno degli artisti più influenti del XX secolo – è accompagnato nel suo energico show dagli Egypt 80. Un’orchestra esplosiva – composta da 12 elementi – definita come la più travolgente macchina ritmica dell’Africa tropicale, il cui nome si rifaceva all’antica civiltà egizia. On stage presentano, oltre a classici dell’afrobeat, l’ultimo album “A long way to the beginning”. Come il padre, Seun lotta con la musica per l’affermazione del proprio popolo.
Donne d’Oriente
Infine, lunedì 20 ottobre al Teatro Mediterrano va in scena “Donne d’Oriente”, un affascinante connubio di danza e musica nel quale Sonia Sabri, accompagnata da Sutapa Dey e Sarvar Sabri, esplora le radici del kathak, una danza tradizionale che unisce elementi hindu e islamici, diffusa nell’India settentrionale tra Uttar Pradesh, Rajasthan e Madhya Pradesh. In apertura, l’esibizione del duo coreanoS:um, ovvero Jiha Park (piri, saenghwang, yanggeum) e Jungmin Seo (gayageum).