[highlight]A pochi minuti dalla fine del secondo tempo supplementare Mario Götze segna il gol che vale il titolo. Delusione Messi[/highlight]
È la vittoria del gruppo contro gli individualismi. È la vittoria di un’idea moderna di calcio, contro il “passa la palla al più forte e vediamo cosa succede”. È la vittoria di un calcio europeo che ormai detta legge in questa competizione.
Germania – Argentina
Chi si aspettava una partita scoppiettante, piena di gol e azioni entusiasmanti è rimasto deluso nel vedere due squadre nervose, contratte, stanche, fisicamente mentalmente, ma arrivati a questo punto non poteva essere altrimenti. Dopo una stagione densa di impegni giocare un Mondiale arrivando fino in fondo non può non lasciare tracce nelle gambe e nella mente. Le due squadre hanno cercato di tenere dei ritmi alti, e a sprazzi ci anche sono riusciti, ma nel complesso non hanno brillato e in alcuni momenti la partita si è fatta noiosa.
Rivoluzione Germania
I calciatori della Germania, dopo lo storico 7-1 contro i padroni di casa del Brasile, sono scesi in campo compiaciuti e sicuri di sé, e non si può certo biasimarli. Sono fortissimi e affiatati, giocano come se fossero in una squadra di Club e non in una nazionale, e il merito è tutto dell’allenatore Joachim Löw e del suo predecessore, Jürgen Klinsmann (ora sulla panchina degli USA), che nel 2004 avviò questo processo di ricostruzione (molto criticato all’epoca) partendo dai giovani, dai vivai, un po’ come fa il Barcelona con la sua “cantera”. Da quando è arrivato l’allenatore di Schönau la Germania è sempre andata sul podio: seconda agli Europei in Austria e Svizzera nel 2008, terza ai Mondiali in Sudafrica nel 2010, ancora terza agli Europei del 2012 in Polonia-Ucraina. Mancava solo la vittoria, che è arrivata ieri sera nel tempio del calcio, l’Estádio Maracanã.
Argentina troppo Messi-dipendente
L’Argentina, come al solito, si è affidata al campione Lionel Messi, che ha dimostrato per l’ennesima volta di non riuscire a fare la differenza quando si trova di fronte una difesa compatta e forte (in Spagna se ne vedono poche), e di non riuscire a reggere la pressione, finendo con il vomitare sul rettangolo di gioco durante il primo tempo (e non è la prima volta). Resta un grandissimo giocatore, ma nella gara di ieri non è riuscito a sfoderare i numeri che non si può certo negare abbia nel suo dna, diventando in alcune fasi della partita quasi un fantasma. Löw, non senza un pizzico di presunzione, ha rinunciato alla marcatura a uomo sulla “pulce”, lasciandogli anche qualche metro, senza rischiare mai troppo. Peccato per Higuain, che si è divorato l’1-0 e si è visto annullare un gol in fuori gioco pochi minuti dopo. Discutibili le scelte di Sabella, che ha sostituito Lavezzi, forse l’unico a spingere sulla fascia destra e a costruire un paio di azioni pericolose nel corso del primo tempo, inserendo un impalpabile Aguero.
Fortuna o lungimiranza?
Il fischio finale dell’arbitro italiano Rizzoli genera un pensiero nella quasi totalità degli spettatori: la finale si deciderà ai rigori. L’impressione, guardando la partita, è che quello sia il desiderio dell’Argentina, ma non verrà esaudito. Löw sostituisce il veterano Klose con Mario Götze, e, chissà se per fortuna o per grande capacità di lettura della partita, con questo cambio risolve la partita. Al 112′, a otto minuti dai rigori, il centrocampista in forza al Bayern Monaco sigla il gol della vittoria e regala la coppa ai tedeschi.
La Germania riesce a conquistare la Coppa del Mondo dopo la cocente delusione del Mondiale casalingo del 2006, quando Del Piero e Grosso li eliminarono in semifinale. Dopo il dominio della Spagna degli ultimi otto anni, un’altra nazionale europea sale sul gradino più alto del podio, e non sarà tanto facile farla scendere.
Appuntamento in Francia per Euro 2016.