[highlight]Nei 120’ di gioco domina la noia e finisce 0-0. L’eroe Romero dal dischetto para i rigori di Sneijder e Vlaar. La Celeste stacca il pass per Rio de Janeiro.[/highlight]
Già dai primi minuti di gioco si capisce che Argentina-Olanda non è Germania-Brasile. La partita è equilibrata e i ritmi sostenuti non regalano emozioni. Argentina-Olanda è una partita tattica dove la fanno da padrone le marcature ad uomo in ogni zona del campo. Nel primo quarto d’ora gli orange si fanno preferire, ma la qualità di gioco e del possesso palla argentino con il passare dei minuti aumenta (i contropiedi di Lavezzi e Perez impensieriscono non poco la retroguardia olandese).
Al 13’ ci prova Sneijder a volo col destro, dopo il rinvio maldestro di Mascherano con la palla che esce a lato. 2’ dopo Cillessen blocca la punizione battuta da Messi dai 20 metri. Dopo l’occasione per parte, le squadre sembrano tornare a studiarsi ed il timore di prendere gol è superiore alla voglia di cercarlo.
90′ Minuti di noia
Al rientro dagli spogliatoi piove a dirotto sullo stadio di San Paolo. Continua il controllo del campo delle squadre in ogni parte di campo e la partita non decolla. La gara vive di fiammate e di errori e solo al 73’ gli olandesi si rendono pericolosi con Van Persie che in acrobazia, sul cross di Janmaat dalla destra, cerca il vantaggio ma l’arbitro fischia fuorigioco. Un minuti dopo è l’Argentina a tentare qualcosa di più: al 74’ Perez dalla destra trova in area Higuain che in scivolata tocca il pallone colpendo l’esterno della rete ma anche in questo caso viene chiamato un fuorigioco anche se inesistente. Il fantasma dei supplementari si avvicina sempre di più e i 90 minuti sembrano non bastare. L’occasione migliore capita a Robben proprio allo scadere: l’attaccante si inserisce centralmente palla al piede ma ritarda il tiro e Mascherano lo ferma in scivolata. Si chiudono così i 90’ di gioco e gli otto gol di Germania-Brasile sono solo un ricordo.
I supplementari
Il primo supplementare si chiude senza gol e senza emozioni solo l’ammonizione di Huntelaar per un fallo in attacco su Mascherano provoca una punizione che Messi non riesce a sfruttare al meglio. Diversamente al cambio campo, con i rigori che si prospettano a un orizzonte sempre più vicino, è l’Argentina a provarci con Palacio al 116’, a tu per tu con Cillessen si divora l’occasione gol più ghiotta della gara. Il suo colpo di testa è troppo debole e Cillessen neutralizza il pericolo. Un minuto dopo Messi va via sulla destra, crossa sul secondo palo e Rodriguez al volo col destro di prima calcia male. Si chiude così una gara spenta che potrà decidersi solo ai calci di rigore.
I rigori
Il portiere della Sampdoria è decisivo ai rigori. Van Gaal invece non ripete, come nei quarti contro la Costa Rica, la mossa di sostituire Cillessen con il pararigori Krul preferendo l’ingresso di Huntelaar a uno stremato Van Persie. Dagli undici metri i sudamericani non sbagliano un tiro mentre per gli olandesi solo Robben e Kuyt vanno a segno. Romero ipnotizza Vlaar e Sneijder e porta l’albiceleste a giocarsi a Rio de Janeiro la possibilità di alzare la coppa del mondo per la terza volta.
Remake Italia ‘90
Con la Germania al Maracanà l’Argentina di Messi proverà a vendicare la finale di Italia ’90 dove i panzer tedeschi ben 24 anni fa, allo stadio Olimpico, vinsero per 1-0 la coppa grazie a un rigore di Brehme molto discusso. Leo Messi proverà ad eguagliare il mito di Diego Armando Maradona, Loew proverà a conquistare la quarta coppa del mondo. C’è chi parla addirittura di derby del Vaticano con la super sfida tra il tifoso sfegatato Papa Francesco e il meno acceso ma emerito Papa Benedetto XIV.
http://youtu.be/A0zy_UakAnY