[highlight]La Germania annienta il Brasile in semifinale con uno storico 7-1 e vola in finale. Padroni di casa umiliati e fischiati a Belo Horizonte.[/highlight]
È la Germania la prima finalista di Brasile 2014. I tedeschi annientano i padroni di casa con uno storico e sorprendente 7-1 che non lascia spazio alle obiezioni e apre un giusto processo (sportivo ovviamente) contro Scolari e la Seleçao.
Impresa tedesca, disastro verdeoro
È successo praticamente l’impensabile al Mineirao di Belo Horizonte. Dopo 29 minuti la Germania di Loew conduceva già per 5-0 mentre il povero Brasile, privo di Thiago Silva e Neymar, non riusciva a mettere insieme due passaggi di fila. L’assenza di quelli che sono stati i due perni principali della squadra di Scolari si è fatta sentire, ma non può certo giustificare da sola un’umiliazione di questa portata. Klose e compagni hanno letteralmente passeggiato su un Brasile spento e scarico, quasi privo di motivazioni. Dopo i primi tentativi di scaricare invano la tensione verso l’area di Neuer, la Seleçao si è fatta demolire dall’avanzata dell’armata tedesca che, una volta preso il pallone, non lo ha lasciato più. Il problema è che il Brasile la palla non l’ha vista più già dopo 10 minuti di gioco, subendo il primo gol da azione di calcio d’angolo con il solito Muller dimenticato dal distratto David Luiz. Dall’11’ al 29′, poi, passano 18 minuti e 5 gol. A Muller seguono Klose che, battendo Julio Cesar, entra anche nella storia diventando il giocatore con più gol nella fase finale dei Mondiali (16, uno in più del brasiliano Ronaldo, che intanto stava commentando il dramma sportivo dalla tribuna stampa); Kroos, che ne fa due in due minuti (e non è un modo di dire) e Khedira, che nel primo tempo fa il brasiliano più dei brasiliani. Un po’ come tutta la Germania, una squadra elegante e compatta, forte degli schemi pensati e forgiati da circa quattro anni dallo stratega Loew. I brasiliani sugli spalti piangono e quelli in campo si disperano per trovare uno sbocco nella retroguardia avversaria.
Nel secondo tempo la situazione peggiora per la Seleçao. E non solo perché Scolari sostituisce Hulk, un attaccante, con Ramires, un centrocampista dalle caratteristiche notoriamente difensive. Ma anche perché il Brasile continua a non entrare in campo e la Germania dà l’impressione di poter far male quando vuole. Tanto che Schurrle non ha neanche il tempo di dare il cambio a Klose che già mette a segno una doppietta che mette a dura prova le ghiandole lacrimali del povero Julio Cesar e induce i tifosi brasiliani ad applaudire la prestazione della Germania. Solo al 90′ arriva il gol della bandiera, la lacerata e polverosa bandiera verdeoro, messo a segno da Oscar. Una rete che tra l’altro fa capire al mondo perché questa Germania è capace di tali imprese e perché deve davvero far paura a chi, tra Olanda e Argentina, domani riuscirà a raggiungere gli uomini di Loew al Maracanà. Appena subito l’inutile gol dell’1-7, infatti, il portiere tedesco Manuel Neuer si arrabbia come se avesse subito un pareggio all’ultimo minuto o, peggio, come se fosse andato in svantaggio. Ecco, in quest’immagine, tutta la forza della Germania.
Le lacrime di Luiz e la mancanza di Thiago e Neymar
Al Brasile, invece, non resta che piangere. Come a David Luiz, uno dei peggiori in campo. Il capitano di giornata della Seleçao, nel dopo-partita, si lascia andare ad un’intervista commovente dove chiede “scusa a tutto il popolo brasiliano per la brutta figura. Un popolo che soffre per tanti motivi e che non meritava questo“. David Luiz che, forse più di tutti, ha sofferto la mancanza di Thiago Silva (il Psg è avvisato), dando il là alla maggior parte delle azioni tedesche e facendosi trovare spesso fuori posizione,con l’incerto Dante lasciato da solo contro le scorribande dei suoi compagni di squadra al Bayern (Muller e Kroos su tutti).
Se i 7 gol al passivo fanno rimpiangere il giallo rimediato da Thiago Silva contro la Colombia, là davanti gli scarsi movimenti dei brasiliani non potevano che far pensare continuamente all’ormai famosa ginocchiata di Zuniga a Neymar. Nessuno potrà mai sapere come sarebbe andata con i due fenomeni brasiliani in campo, ma sicuramente il Brasile di questo Mondiale ha dipeso molto dalla prestazione di questi giocatori. I vari Fred (il più fischiato dai tifosi), Hulk e il povero Bernard (nato proprio a Belo Horizonte) non si sono mai resi pericolosi. Paradossalmente proprio quest’ultimo si è comportato meglio facendo notare un certo impegno, vanificato però dall’enorme differenza tecnica che passa tra lui e Neymar. Inutile anche l’ingresso nel finale di Willian che ha cercato di dare una mano all’impalpabile Oscar, l’unico capace di arrivare più di una volta al tiro.
Comunque sia, la differenza ancora una volta, l’ha fatta il centrocampo: Luiz Gustavo, Ramires, Paulinho, pur essendo ottimi giocatori, hanno davvero poco della classe tipica dei brasiliani; al contrario, i vari Kroos, Khedira e Ozil hanno giocato di fino allontanando di parecchio il gioco dell’attuale Germania da quell’idea di ruvidezza che si ha spesso di questa Nazionale.
La maledizione del Mondiale in casa
Dopo l’umiliazione di ieri sera, in molti hanno cominciato a temere che la delusione calcistica facesse riesplodere in maniera ancor più violenta le tensioni sociali che da un anno stanno accompagnando l’organizzazione di questo Mondiale. Tensioni che sono state poste all’attenzione del mondo in occasione della Confederetions Cup dello scorso anno. Un torneo in cui il Brasile trionfò senza troppe difficoltà confermando una regola finora infallibile: chi vince la Coppa delle Federazioni non vince il Mondiale l’anno successivo. Ma non solo. Nelle ultime nove edizioni della Coppa del Mondo, solo in un’occasione hanno vinto i padroni di casa: la Francia nel 1998. La Germania, dal canto suo, ha fatto provare al Brasile le stesse spiacevoli sensazioni che l’Italia fece provare a lei nel 2006, quando Grosso e Del Piero buttarono fuori in semifinale la squadra di Klinsmann, fino a quel momento imbattibile in casa. Proprio come il Brasile che non perdeva una partita ufficiale davanti al proprio pubblico addirittura dal 1975 e che ha subito ieri la peggior sconfitta della sua storia. Anche più umiliante del famoso Maracanazo del 1950, con quella sconfitta in finale contro l’Uruguay, il cui fantasma ha aleggiato sulle teste dei giocatori brasiliani per tutto il Mondiale fino a materializzarsi nelle maglie rossonere dei tedeschi. Una sconfitta ancor più dura che ha fatto parlare gli stessi giornali brasiliani di Mineirazo. Una partita che è entrata già nella storia del calcio, mandando la Germania per l’ottava volta in finale di Coppa del Mondo e gettando nello sconforto più totale l’intero Brasile che, visti i precedenti, prima di organizzare un Mondiale la prossima volta ci penserà su un po’ di più.
Ma non è finita qui: ovviamente per la Germania l’appuntamento è fissato per domenica sera a Rio de Janeiro, mentre il Brasile sarà impegnato nella finalina per il terzo posto sabato sera a Brasilia.