[highlight]Iniziata da poco più di 48 ore, la kermesse italiana dedicata alle politiche per il digitale promossa dalla Presidenza Italiana del Consiglio europeo inizia a prendere forma con gli interventi del premier Matteo Renzi e del vicepresidente della Commissione europea e Commissaria all’Agenda digitale Neelie Kroes[/highlight]
Dal 7 al 12 Luglio. Un’intera settimana dedicata esclusivamente alla tecnologia ed alla evoluzione dell’Agenda Digitale. E’ questa in estrema sintesi la descrizione della Digital Venice Week che, come lo stesso nome suggerisce, ha letteralmente trasformato la città di Venezia – da sempre una delle più amate oltre i confini del Bel Paese – in una mostra a cielo aperto dedicata alle politiche digitali in chiave europea. Numerosi sono i volti celebri della politica e dell’industria del Vecchio Continente che hanno aderito alla kermesse per illustrare un futuro condiviso all’insegna della “innovazione digitale”. Primo tra tutti, ovviamente, il premier Matteo Renzi che, nel corso della giornata di ieri (martedì ndr) ha tenuto una riunione con alcuni dei principali esponenti della politica europea ed in particolare con il vicepresidente della Commissione europea e Commissaria all’Agenda digitale, Neelie Kroes (già nota per i suoi numerosi interventi legati all’abbattimento delle barriere economiche imposte dagli operatori europei in vista di un mercato unico delle telecomunicazioni).
L’Europa come spazio libero
Nel corso del suo intervento, caratterizzato da un inglese dalla cadenza certamente non impeccabile rispetto agli standard internazionale ma comunque chiaro, Renzi ha messo immediatamente in chiaro che «il compito dell’Europa non dev’essere quello di apparire al mondo come un’associazione che limita, bensì come uno spazio libero» nel quale andare a “limare” le differenze in vista di una “buona globalizzazione”. «Abbiamo dei buoni e fortunati ragazzi – ha continuato Renzi – ciò che manca è un’opportunità. Avere oggi un’opportunità non è facile, ma il compito dell’Europa è garantire che ce ne siano”».
Per il Premier la Digital Venice Week appare, dunque, come l’inizio di un cammino che potrebbe già proseguire ad ottobre con un nuovo evento di cui però al momento emergono pochi elementi certi. «E’ arrivato il momento di realizzare un mercato unico con un’unica autorità – ha affermato Renzi rivolgendosi al consesso che è apparso decisamente interessato alle proposte del primo Ministro Italiano – se si investe nelle infrastrutture digitali, si investe nel futuro».
Investire sui giovani
Sul tema, particolarmente interessante è apparso l’intervento relativo al ruolo dei giovani, primi veri destinatari dei necessari interventi di riqualificazione delle infrastruttura dalle quali ci si aspetta un incremento di posti di lavoro “qualificati”. E’ questo, insomma, il tema più importante sul quale il governo Italiano intende investire risorse nel suo semestre europeo. Velati, ma non per questo meno importanti, sono stati, infine, i riferimenti ad una maggiore sicurezza nel settore digitale, definita da Renzi come “il primo passo per una oggettiva sicurezza comune”, indirizzata – senza mai citarlo – all’ormai famigerato caso Prism che ha messo sotto i riflettori l’NSA nel corso degli ultimi mesi.
“L’Italia deve cambiare faccia, anzi, interfaccia”. Un gioco di parole particolarmente suggestivo quello utilizzato da Renzi per sottolineare quanto sia importante per l’Italia avere «il coraggio di cambiare, sia nella parte interna, come giustizia e burocrazia, sia anche nella capacità dei nostri ragazzi di far crescere le proprie idee».
Digital Venice Week
La kermesse veneziana, dunque, con i suoi numerosi padiglioni sparsi per la città ed i numerosi appuntamenti quotidiani, sembra essere destinata – almeno nelle intenzioni – a mutare il volto del Bel Paese, andandolo a rendere più vicino ai tratti somatici internazionali, mantenendo, però, una caratteristica italianità:
[quote]L’occasione dell’Italia è fare l’Italia: smetterla di piangersi addosso e provare concretamente nei mille giorni che verranno[/quote]
Un’occasione, appunto, da non perdere, per un’Italia che nel corso degli ultimi anni ha dato prova di non avere la giusta sensibilità per cogliere le occasioni che la “conversione digitale” ha offerto in altri Paesi colpiti dalla crisi economica.