[highlight]Il film documentario di Gianni Amelio è stato proiettato nelle sale del cinema napoletano in occasione della della Giornata Mondiale contro l’omofobia e la transfobia [/highlight]
In occasione della Giornata Mondiale contro l’omofobia e la transfobia è stato proiettato, al cinema Academy Astra, il film documentario “Felice chi è diverso”.
Data l’assenza per motivi di salute del regista Gianni Amelio, la pellicola è stata introdotta dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, presente in sala accanto ad altre autorità. A portare una testimonianza del lavoro realizzato sulla pellicola Cecilia Pagliarini, responsabile del montaggio. Importante anche il contributo di Arturo De Vivo, direttore del Dipartimento di Studi umanistici dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
L’amministrazione cittadina, di concerto con i rappresentanti del mondo accademico, ha voluto lanciare un messaggio di vicinanza e di sensibilità al tema delle discriminazioni sessuali ed ha scelto per farlo una sala “di nicchia”, salvata dalla chiusura certa proprio grazie all’intervento delle istituzioni.
Non a caso la scelta è ricaduta sul film di Amelio. La platea infatti ha dovuto fare i conti con un documentario dai colori foschi e con le storie a tinte forti raccontate dai 20 intervistati. Il concetto di diversità, non così facilmente stigmatizzabile, va in contraddittorio con quello di normalità che spesso non è altro che sinonimo di orientamento di maggioranza. Emerge una narrazione a tinte cupe, che racconta delle vicissitudini subite e delle difficoltà incontrate da questi uomini nel corso della loro vita per una sola incredibile colpa: l’essere omosessuali o transessuali.
Utilizzando spezzoni di immagini di repertorio, scene di film, gag tratte dai varietà, Amelio nella sua opera delinea un quadro doloroso e grottesco che induce a sposare l’invito di uno dei protagonisti rivolto al mondo eterosessuale affinché faccia un mea culpa.
La pellicola, presentata nella sezione “Panorama” al Festival internazionale del cinema di Berlino del 2014, ci racconta della repressione fascista, delle pene corporali alle quali i padri sottoponevano i figli per “curarli”, dei rimedi pseudo-scientifici in auge, di un mondo ipocrita e razzista che ha provato a schiacciare la diversità, fino ad arrivare all’utilizzo di Facebook per fare outing .
Sono venti storie diverse che lasciano un sapore amaro ma raccontano anche di amore, di felicità, di incontri che hanno dato il via ad unioni durate una vita.
[quote] Felice chi è diverso essendo egli diverso. Ma guai a chi è diverso essendo egli comune. [/quote]
Il verso del poeta Sandro Perna, citato da Paolo Poli nel suo intervento, oltre che dare il titolo al film riassume l’essenza dal lavoro del regista: l’impossibilità di stigmatizzare una categoria in virtù del proprio orientamento sessuale. La diversità è ricchezza quanto tale e lo è ancor di più grazie alle sue mille sfaccettature.