[highlight]A meno di un mese dalle Elezioni Europee 2014, la politica italiana si prepara a portare a Bruxelles candidati illustri, trasformisti, personaggi dello spettacolo e condannati vari[/highlight]
Le discussioni di questi giorni più che sui programmi e sulle problematiche concrete sembrano incentrate su slogan e dichiarazioni che di dubbia utilità.
Non ultima la polemica che ha coinvolto il primo ministro Matteo Renzi e la sua partecipazione (poi annullata) alla partita del cuore che sarebbe stata trasmessa in tv nel periodo di campagna elettorale.
Protagonista di questa tornata elettorale, che ci vedrà impegnati nelle urne dal 22 al 25 maggio, è un profondo sentimento anti-europeista, che già si era affacciato sulla scena politica durante le scorse elezioni.
Da una parte Partito Democratico, Scelta Civica e Nuovo Centro Destra, che sostengono il progetto europeista con slogan più o meno efficaci (vedi il ““Europa über alles”, ovvero l’Europa al sopra di tutto, di Giuliano Cazzola di Ncd), dall’altra Lega Nord, Fratelli d’Italia e decine di liste e partitini come Pensioni e lavoro e il Movimento bunga bunga, dichiaratamente “no euro”. In mezzo, gli euro scettici, come Forza Italia e Lista Tsipras.
Discorso a parte merita il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo, che tra sondaggi e referendum anti Euro, porta avanti la sua crociata nei confronti dell’“Europa delle Banche e della Merkel”.
Come si vota? – Il sistema elettorale europeo per l’Italia elegge 73 deputati con sistema proporzionale puro e con le preferenze per i singoli candidati eletti in proporzione al numero di abitanti.
Ritornano quindi alla ribalta le preferenze, tema discusso ma definitivamente accantonato con l’Italicum.
La scelta diretta del candidato, in effetti, potrebbe dimostrare alla classe politica nostrana la maturità dell’elettore italiano, finalmente chiamato a mettere una X su un nome di suo gradimento.
Ma siamo sicuri che questa possibilità non si tramuti in un ulteriore strumento di ricatto clientelare?
Europee 2009 – Le scorse elezioni furono largamente vinte dall’allora Partito delle libertà che sull’onda lunga della vittoria alle politiche del 2008 ottenne la maggioranza dei consensi insieme agli alleati della Lega Nord. Tra i candidati eletti ci furono però pochi nomi “nuovi” e tanti refusi che poi non ebbero alcun ruolo nel futuro Parlamento. Infatti, tra i più votati ci furono: Silvio Berlusconi (al top delle preferenze), Ignazio Larussa, Mario Mauro, Sergio Cofferati, Umberto Bossi, Matteo Salvini, Mario Borghezio, Antonio Di Pietro, Luigi De Magistris, Clemente Mastella, Ciriaco De Mita, Francesco Saverio Romano e personaggi dello spettacolo come Iva Zanicchi e l’ex “signorina buonasera” Barbara Matera.
Buona parte di questi candidati vincitori ha rinunciato al seggio al momento dell’elezione o si è dimessa in un secondo momento per incompatibilità con altre cariche ricoperte. In questo modo, a occupare le poltrone del Parlamento Europeo finirono persone meno votate, e fondamentalmente sconosciute agli elettori.
Europee 2014 – Se questa volta gli italiani dovranno rinunciare a votare l’ex cavaliere Silvio Berlusconi, interdetto dai pubblici uffici in seguito alla condanna per frode fiscale, e quindi incandidabile, potranno comunque sbizzarrirsi nella scelta del candidato preferito, tra volti già noti e new entry in ricerca di visibilità…e di poltrone.
Come Clemente Mastella, ricandidato per eccellenza, oggi nelle fila di Forza Italia (nel 2009 fu eletto con il Pdl), che prova a tornare in sella dopo gli scandali che hanno colpito lui e sua moglie Sandra Lonardo. Chissà se anche in Europa di farà conoscere per la sua “capacità di adattamento”.
Anche questa volta, le liste dei partiti sono piene di candidati condannati.
Tra tutti spiccano due nomi: Raffaele Fitto (FI), ex Presidente della Regione Puglia (anche ex Ministro per gli Affari Regionali dell’ultimo governo Berlusconi) condannato in primo grado a quattro anni per corruzione, illecito finanziamento ai partiti e abuso d’ufficio; Giuseppe Scopelliti (Ncd), ex Presidente della Regione Calabria, condannato in primo grado a sei anni per abuso d’ufficio che dopo la condanna si era dimesso dalla presidenza della Regione Calabria dicendo:
[quote]Sono rispettoso delle sentenze e per questo è necessario fare un passo indietro. Abbiamo di fronte a noi una responsabilità grande, quella di dire che è giunto il momento di rassegnare le dimissioni. Ora lo concorderemo con tutta questa grande squadra che mi ha affiancato in questi anni. La Calabria ha bisogno di un governo legittimato[/quote]
Tra le conferme, rispetto alle precedenti elezioni, Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano, e il “convertito” Magdi Cristiano Allam, candidato di punta di Fratelli d’Italia.
Non manca l’usato garantito, come Alessandra Mussolini (Fi), coinvolta in questo periodo più in gossip familiare che in vicende politiche, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, inquisito e candidato con il partito della Meloni, e l’ex “responsabile” Paolo Guzzanti, che dopo il libro “Mignottocrazia” è ritornato in Forza Italia per scrivere un nuovo capitolo del suo rapporto di odio e amore con Berlusconi.
Non solo politici tra i volti noti di queste elezioni; molti i personaggi saliti alla ribalta per fatti di cronaca. Come Davide Vannoni, creatore del controverso “metodo Stamina”, candidato nella lista “Io cambio-MAIE”, creata da ex leghisti delusi, con l’obiettivo dichiarato di:
[quote]Rompere l’orrido silenzio che è calato su Stamina in questi mesi. Il silenzio uccide, soprattutto i malati. La mia campagna elettorale servirà a far riparlare delle infusioni e dei diritti dei malati[/quote]
Intanto la procura di Torino ha terminato l’inchiesta sul “metodo Stamina” confermando le accuse, per Vannoni e altre 19 persone, di associazione a delinquere aggravata finalizzata alla truffa, esercizio abusivo della professione medica e violazione delle norme della privacy e minacce a chi osava criticare la “cura”.
Evidentemente, avere una condanna è un requisito minimo per poter fare politica in Italia.
Altri candidati “famosi” non politici, ma proveniente dal dello sport e dello spettacolo sono: l’ex portiere di Milan e Napoli Giovanni Galli (Fi), già sfidante nel 2009 dell’allora nastro nascente Matteo Renzi all’elezioni a sindaco della città di Firenze; il giornalista Alessandro Cecchi Paone (Fi), la “turista per caso” Syusy Blady (Pd) e le confermate Elisabetta Gardini, Iva Zanicchi e Barbara Matera, tutte candidate con Fi.
Candidato a sorpresa tra le fila di Fratelli d’Italia è Fabrizio Bracconeri, divenuto famoso nel ruolo di “Bruno Sacchi” in “I Ragazzi della III C” e successivamente con la trasmissione televisiva Forum, che sta riscuotendo un grosso “successo” su Twitter grazie ai suo messaggi “popolari”.
VI DETESTO GOVERNANTI BUGIARDI VOI SPACCATE LE TERGA AL POPOLO …ANCORA LI VOTATE? APRITE GLI OCCHI FRATELLI
— Fabrizio Bracconeri (@FabriBracco64) 22 Aprile 2014
So’ ed ho capito una cosa “CHE LA GENTE E STANCA DI ESSERE SCHIAVA DELLE BANCHE E DELLA MERKEL”
— Fabrizio Bracconeri (@FabriBracco64) 21 Aprile 2014
Non poteva mancare un esempio di trasformismo all’italiana. È il caso dell’istrione Claudio Bucci, ormai diventato un caso virale in rete. Il percorso dell’imprenditore cinematografico è degno del migliore Mastella: ha esordito nelle liste di Forza Italia nel 2000, alle regionali del 2010 è passato con l’Italia dei Valori, alle comunali del 2013 si è candidato nelle liste dei socialisti e ora si è presentato nelle fila del PD.
Queste candidature dimostrano come le elezioni al europee rappresentino soprattutto un’opportunità per i partiti di assegnare un poltrona comoda e un’interessante indennità (da questa legislatura il compenso per il parlamentare europeo si adegua a quello degli altri Paesi raggiungendo la cifra di 7000€ al mese) a personaggi esclusi da altre cariche, i cosiddetti “trombati della politica”.
I sondaggi danno come primo partito il Pd, seguito dal M5S e da Forza Italia, che sembra nel pieno di un crollo inarrestabile.
Molta attenzione, e apprensione, desta la crescita di movimenti anti europeisti in tutto il Continente, soprattutto in Francia dove Marine Le Pen sta riscuotendo sempre più consensi con il suo partito di estrema destra. Lega e Fratelli d’Italia la seguono a braccio in questa crociata contro l’Unione Europea.
Beh, considerando i contenuti e i toni di questa campagna elettorale, e “l’elevato profilo” dei candidati italiani, verrebbe da dire, parafrasando un noto hashtag in voga in questo periodo, #EuropaStaiSerena.
Photo Credits: “© European Union 2014 – European Parliament”